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#elezioni2022: come si vota? Tutto quello che c’è da sapere

elezioni generica Camera

GROSSETO – Domenica siamo chiamati al voto per eleggere il nuovo parlamento: 400 deputati e 200 senatori, un numero ridotto rispetto alle precedenti elezioni politiche, risultato questo del referendum di due anni fa.


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Sono chiamati alle urne tutti i cittadini italiani maggiorenni aventi diritto di voto. Il 25 settembre, infatti, anche coloro che hanno tra i 18 e i 24 anni potranno votare per il rinnovo del Senato.

Al seggio dobbiamo presentarci con un documento di identità e la tessera elettorale, dove è indicato sia l’indirizzo del seggio, ovvero il luogo in cui dobbiamo recarci per votare, sia il numero della sezione. Qui ci verranno consegnate due schede identiche ma di colore diverso: una gialla, per il Senato, e una rosa, per la Camera dei deputati.

All’interno di ognuna delle due schede troveremo vari rettangoli con i simboli dei partiti raggruppati per coalizioni, laddove previste, affiancati da un elenco di nomi (quelli dei candidati del collegio plurinominale) e sormontati da un nome scritto più grande e in maiuscolo dentro un altro rettangolo, ovvero quello del candidato uninominale.


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Per capire il perché di questi nomi scritti in modo diverso facciamo un passo indietro e parliamo – brevemente – di regole elettorali.

La legge elettorale con cui si voterà domenica prossima è il Rosatellum, un sistema elettorale misto in cui circa un terzo dei seggi parlamentari viene distribuito attraverso un sistema maggioritario basato sui collegi uninominali, mentre circa due terzi attraverso un sistema proporzionale basato sui collegi plurinominale.

Ma cosa sono i collegi? I collegi sono porzioni di territorio in cui tutta l’Italia è divisa per eleggere i parlamentari. Ad ognuna di queste porzioni è associato un certo numero di seggi.

Che differenza c’è tra i collegi uninominali e i collegi plurinominali? Nei collegi uninominali si vota un solo candidato. Questo vale anche per le coalizioni. Sia la coalizione di centrodestra che quella di centrosinistra hanno un solo candidato nel collegio uninominale. Nei collegi plurinominali, invece, non si vota un nome, ma la lista elettorale preferita. I nomi scritti in piccolo accanto al simbolo della lista rappresentano i candidati del collegio plurinominale che saranno eletti in base ai voti ottenuti da ciascuna lista secondo l’ordine presentato. Nella parte proporzionale, infatti, il Rosatellum prevede le liste bloccate, dunque, l’elettore non può votare direttamente per uno dei quattro candidati scritti in piccolo accanto ad ogni simbolo.

Una lista per partecipare alla ripartizione dei seggi deve ottenere il 3% a livello nazionale, mentre una coalizione deve ottenere il 10%. Anche le liste che si trovano all’interno di una coalizione devono ottenere il 3% dei voti per vincere seggi nella parte proporzionale. Nel caso in cui non raggiungano questa soglia, i loro voti saranno comunque conteggiati per il raggiungimento del 10% da parte della coalizione. C’è un però: questo non accade se una lista all’interno di una coalizione ottiene meno dell’1%. In questo caso i sui voti vanno persi.

Come si esprime il voto?

L’elettore può votare mettendo una X su una lista, in questo caso il voto va automaticamente anche al candidato uninominale;

l’elettore può fare una X solo sul nome del candidato uninominale. In questo caso il suo voto va anche alla lista alla quale il candidato è associato (questo accade per le liste che si sono presentate da sole, ovvero Italexit, Unione popolare, Terzo polo, Vita, Italia sovrana e popolare e Movimento 5 stelle). In caso di coalizioni, il voto dell’elettore invece viene ripartito tra le liste che lo sostengono in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna di esse nel collegio;

infine, l’elettore può fare una X sia sul nome del candidato uninominale sia sul simbolo di una lista ad esso collegata.

IMPORTANTE: la legge elettorale per l’elezione di Camera e Senato NON prevede il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare un candidato uninominale e una lista ad esso non collegata, come avviene ad esempio nelle elezioni regionali della Toscana. Se un elettore vota un candidato e una lista a lui non associata il voto è nullo.

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