Libri-liberi

Pergamena ci racconta “24 ore nella vita di una donna” di Stefan Zweig

Pergamena

STEFAN ZWEIG
“24 ORE NELLA VITA DI UNA DONNA”
DONZELLI, ROMA, (1927) 2013, pp. 157

In quest’altra domenica di guerra, che – follia dentro la follia – si combatte intorno alla più grande centrale nucleare d’Europa, propongo un libro letto su consiglio di un’amica e compagna femminista.

Viene definita nella seconda di copertina “una lunga novella”, che di per sé è una ossimoro, perché le novelle sono brevi e semplici, più brevi di un racconto. Qui come genere si attaglia meglio la definizione di “romanzo breve”, cioè una narrazione che si svolge in un’unica arcata.

È rispettata una sorta di unità d’azione e di tempo, che è indicata in modo accattivante fin dal titolo: 24 ore travolgenti, che segnano l’intera vita della protagonista, Mrs C., un’anziana nobildonna inglese. Ella confida la storia, che ha sconvolto la sua vita, ad un narratore quasi uno sconosciuto durante una tranquilla vacanza sulla Costa Azzurra. L’atmosfera è quella mitteleuropea, che contraddistingue l’epoca e la cultura dell’autore, scrittore molto noto negli anni Ventri e Trenta del Novecento, austriaco di origini ebraiche, antifascista, che fugge dalla persecuzione nazista, i cui libri vennero messi al rogo. Fugge in Inghilterra, acquisendo la cittadinanza, e poi negli USA. Muore suicida in Brasile nel 1942.

La psicologia femminile sembra essere un suo precipuo interesse, cioè l’osservazione di una donna “da dentro”. Suo è anche “Lettera di una sconosciuta” (1922), che è la storia di una donna raccontata con un altro pretesto letterario. Per un uomo mi è sembrata una presunzione, ma poi ho pensato come al solito ad Anna Karenina e a Madame Bovary, due grandi personaggi usciti dalla penna di due uomini.

La protagonista e il narratore occupano lo stesso tavolo in un piccolo albergo, dove avviene un piccolo scandalo: Madame Heriette, giovane moglie e madre, fugge che un giovanotto appena conosciuto. La piccola compagnia giudica negativamente la condotta di Heriette, eccetto il narratore che la giustifica. Mrs. C., che segue la discussione in silenzio, trova il coraggio di raccontare la storia, che ha segnato la sua vita di vedova venti anni prima. La trama è molto semplice: ella conosce un giovane nobile polacco nell’inferno del casinò di Montecarlo, che sta consumando ogni suo avere alla roulette. Lo segue sotto la pioggia scrosciante fino ad una panchina, da cui lei pensa che lui si alzerà per suicidarsi. Una spinta misteriosa la porta a salvarlo.

Clinicamente è una storia patologica nota: lei è una donna dativa, un tipo psicologico di donna sempre diffuso, che risponde all’imperativo “io ti salverò” (come il celebre film di Hitchcock), disponibile a giocarsi tutto per il bel tenebroso, decritto come un angelo, trascinato nel fango alla passione per l’azzardo. “Gli avrei sacrificato i miei soldi, il mio nome, i miei averi e la mia reputazione …”, scrive per lei l’autore. Si noti la sovrabbondanza del pronome possessivo e “i soldi”, che aprono il panorama di questa vita borghese, che viene sconvolta. Del resto nell’azzardo i soldi sono dominanti: “davanti a lui luccicavano fiches, e luigi d’oro mescolati alla rinfusa con banconote”, su cui si lanciano le sue mani. Le mani sono le protagoniste in primo piano, che per prime attraggono l’attenzione di Mrs. C., secondo l’indicazione del marito morto, sotto c’è la storia dei soldi. Tutto è allusivo della passione erotica, che appunto naviga negli strati profondi della coscienza. Alle mani l’illustrazione dell’edizione Donzelli ad opera del prestigioso grafico Federico Maggioni dedica sei delle diciassette tavole del libro.

La giovane vedova è travolta dai modi eleganti e dalla dannazione del giovane e gli si dà interamente, anche se il racconto allude solo alla passione sessuale sottostante, tacendo la notte che trascorrono insieme in un sordido alberghetto. La situazione è suggestivamente psicoanalitica: è la confessione ad un quasi sconosciuto silenzioso, che sa quasi tutto (il narratore-analista) di una storia di “nuove pulsioni”. Le mani alludono ad una perversione della spinta erotica, presente sia nell’amore sfrenato della donna che nella passione smodata del giovane polacco.

C’è una corrispondenza nella sfrenatezza delle due passioni. Siamo di fronte ad una emersione libidica dell’inconscio, che è ben nota ai lettori di questa rubrica, che fa tutt’uno con la costruzione allegorica della dannazione della vita moderna all’inizio delle catastrofi del mondo novecentesco. È il mondo borghese scintillante della belle epoque, che in quegli anni andava in scena (e in frantumi) sulla Costa Azzurra. Quando Mrs C. pensa di aver convinto il suo pupillo-amante a smettere di rovinarsi al casinò, dice: “Sentivo di aver assolto il mio compito e di averlo salvato per sempre”.

Lascio come al solito al lettore la possibilità di godersi la suspense che conduce all’epilogo della storia, che a me è sembrato scontato ex post, ma non durante la lettura, che ha un quid di avvincente.

QUI TUTTE LE PERGAMENA

Più informazioni
leggi anche
Pergamena
Libri liberi
Ultimo appuntamento estivo con Pergamena che ci parla di Josè Saramago
Pergamena
Libri liberi
Con Pergamena alla scoperta del sistema periodico di Primo Levi
Pergamena
Libri-liberi
Pergamena ci porta a scoprire le more di Silone
Pergamena
Libri-liberi
Pergamena ci narra “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi
Pergamena
Libri-liberi
Pergamena ci racconta “Omero, Iliade” di Alessandro Baricco
Pergamena
Libri-liberi
Pergamena ci racconta “Malinteso a Mosca” di Simone de Beauvoir
Pergamena
Libri-liberi
Pergamena ci racconta “Le ragioni di un decennio” di Giovanni De Luna
Pergamena
Libri-liberi
Pergamena: dai libri al cinema oggi ci racconta “Margini” la pellicola girata a Grosseto
Pergamena
Libri liberi
Pergamena e il Nobel per la letteratura: oggi parliamo de “La donna gelata” di Annie Ernaux
Pergamena
Attualità
Pergamena, il libro di oggi: “L’affare Kurilov”
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI