GAVORRANO – «Dissenso e rammarico» lo esprime Piero Bettaccini, della Confederazione cacciatori toscani di di Gavorrano in merito all’autorizzazione rilasciata dalla regione per una nuova Azienda agroturistica venatoria a Monte Cerretelle nel Comune di Gavorrano.
La lettera, inviata all’assessore Stefania Saccardi e a Roberto Scalacci, esprime rammarico per come «è stata condotta l’istanza autorizzativa. Nessuno ha pensato di coinvolgere, né formalmente né in via informale, le Associazioni venatorie presenti nel territorio».
«Crediamo che i cacciatori debbano essere coinvolti in tutte le fasi di concertazione, non solo quelle che riguardano la prevenzione danni, la riduzione numerica della specie cinghiale e purtroppo, la peste suina» prosegue Bettaccini.
«Nel caso della nuova autorizzazione avremmo fatto presente che nella suddetta area, tramite conferimento dell’Atc, nel periodo di giugno-luglio, sono stati immessi circa duecento capi di fagiani e cinque coppie di lepri catturate in precedenza in territorio di rispetto venatorio e in zone di ripopolamento e cattura».
«Avremmo potuto farvi presente che la Saf del Comune è pari 15.661 ettari, che il Territorio in gestione privata Aagv/Afv è pari a 2.750 ettari, che quello soggetto a Divieto di Caccia e di proprietà della Regione o del Comune è pari a ha 601 ettari, infine quello gestito dall’Atc come Territorio Protetto per Zrv e Zrc è pari a circa 1437 ettari; da quanto predetto si evince che oltre il 37% del Territorio Comunale risulta soggetto a vincolo e di questo il 50% circa partecipa a raggiungere il 20% di Area Protetta prevista dalla legge 157/92».
«Con opportuna concertazione, avremmo potuto comunicarvi per tempo che qualora vi fossero state necessità specifiche da parte dell’azienda richiedente, avremmo potuto farci carico di eventuale ricerca di soluzioni mediative o proposte alternative nell’interesse comune, ma tutto ciò non ci è stato permesso: è stata presa ad unico riferimento esclusivamente la Norma riguardante il raggiungimento del 13% del Territorio e di fatto autorizzato tutto, senza il minimo riguardo di coinvolgimento democratico verso chi vive ed opera nel Territorio sotto l’aspetto venatorio» continua la nota.
«Dalla determina sopra citata pare chiaro che ci sia stata consapevolezza dell’autorizzazione fin dal 20 dal maggio scorso: un minimo di vostro interessamento e d’informazione nei nostri confronti, avrebbe quantomeno evitato l’immissione della selvaggina nella zona interessata alla nuova palinatura di perimetrazione, la quale a tutt’oggi, continua in qualche tratto ad essere messa in opera».