Verso il voto

#elezioni2022: chi sta con chi? Guida semplice alle alleanze: dal centrosinistra al centrodestra

CHI STA CON CHI 2022

GROSSETO – Il “patatrac”. Ieri lo scenario delle alleanze che andava a delinearsi in vista delle elezioni del 25 settembre si è incrinato. Le carte sono di nuovo sul tavolo e si gioca un’altra partita. Anzi, altre partite.

Ieri pomeriggio, in diretta tv dal salotto di Lucia Annunziata, si è “consumato” lo strappo del leader di Azione Carlo Calenda dal Pd.
A due giorni dal patto firmato tra il segretario del Partito democratico Enrico Letta, il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova e Calenda, quest’ultimo ha detto addio ai dem dopo “l’aggiunta dei pezzi stonati”, ovvero Sinistra Italiana e Verdi e Impegno civico di Luigi Di Maio e Bruno Tabacci.

Questa rottura ha avuto almeno tre conseguenze da un punto di vista delle alleanze elettorali:

1- il Pd, con la fine dell’accordo con Calenda, perde la sua “colorazione” più centrista, e si sposta sempre più a sinistra, vista l’intesa con Sinistra italiana e Verdi, nonché con Tabacci e Di Maio. Questo, come sottolineano i sondaggisti, farà perdere dei voti ai dem, quelli dei moderati;

2- Azione adesso è sola. In realtà è ancora nel cartello di partiti “Azione +Europa”, anche se Della Vedova, nonché Emma Bonino, ha espresso disappunto nei confronti di Calenda per la rottura con il Pd. Vedremo nei prossimi giorni cosa succederà. Vero è che la data della raccolta delle firme per la presentazione delle liste si avvicina, e sia Azione che +Europa, se si presentassero da soli, dovrebbero raccoglierne molte di più, e avrebbero una sola settimana a disposizione. Inoltre, una lista che corre da sola deve superare il 3% dei consensi nella parte proporzionale;

3- la rottura tra Azione e Pd ha avuto, come immaginabile, un’altra conseguenza: è partito il corteggiamento di Matteo Renzi, che fa le prove per un terzo polo, moderato e liberale, opposto al centrodestra e al centrosinistra. Pur di concludere un accordo con Carlo Calenda, il leader di Italia viva sarebbe pronto a farsi da parte, e lasciargli il posto da leader. I sondaggisti dicono che Azione e Italia viva insieme potrebbero superare il 10% dei consensi, soglia questa prevista per le coalizioni.

Il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte è ancora intenzionato a correre da solo e non fare alleanze. Vista la sua colorazione “progressista”, come definita dagli stessi cinquestelle, il M5s sarà principalmente competitivo a sinistra. Una possibile alleanza tra Renzi e Calenda potrebbe “destituire” il Movimento 5 stelle da quel ruolo di terzo polo che si è andato a guadagnare nelle ultime elezioni. Anche se, rispetto al 2013 e al 2018, le cose per i pentastellati sono cambiate drasticamente.

E il centrodestra? Il centrodestra discute sui collegi e su chi sarà la/il presidente del Consiglio in caso di vittoria. Quel che è certo, almeno al momento, è l’alleanza tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Oggi si terrà un’altra riunione per definire lo schema dei collegi uninominali, ovvero quanti e quali andranno ad ogni partito. Anche perché nel centrodestra dovrebbero entrare altre due liste (centriste che guardano a destra) una formata da Noi con l’Italia di Maurizio Lupi e da Italia al centro di Giovanni Toti, l’altra costituita dall’Udc di Lorenzo Cesa e da Coraggio Italia del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

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