Federmoda

Riduzione Iva su abbigliamento e rottamazione capi usati: le proposte di Confcommercio per il settore moda

Ascom Confcommercio

GROSSETO – Numeri alla mano, con 191.544 punti vendita in Italia e 278.964 addetti, per quantità – e qualità – i negozi di moda non sono e non vanno considerati semplici negozi, ma una “grande infrastruttura economica, sociale, relazionale e culturale diffusa in tutte le città”.
Con queste parole, Federazione Moda Italia-Confcommercio ha presentato la complessa situazione in cui versano le imprese del settore all’incontro del “Tavolo della moda” convocato nei giorni scorsi dal Ministero dello Sviluppo Economico Mise.

“Nonostante tutto – dicono dall’associazione – la nostra categoria, nel periodo pandemico, è stata la più vessata e la meno ristorata, oltremodo dimenticata dagli importanti contributi a sostegno del turismo nel PNRR. Mentre l’andamento delle vendite di questo 2022 è ancora altalenante, sul versante prezzi, terminati Pitti e Fashion Week milanese, i nostri buyer hanno già riscontrato un incremento medio del 12% sulle prossime collezioni da parte dei fornitori, senza considerare poi gli altri aumenti dovuti a un’inflazione sempre più galoppante”.

Dopo l’incontro al Mise, al quale erano presenti il presidente nazionale del sindacato di categoria Giulio Felloni e il segretario generale, Massimo Torti, Federmoda Confcommercio ha inviato al Mise un documento con contributi e proposte per il rilancio del comparto.

A spiegarne i contenuti è Marialetizia Fanara, presidente provinciale Federmoda Confcommercio Grosseto. “In questo documento sottolineiamo l’importanza per imprese e cittadini di interventi urgenti sulla riduzione dei costi dell’energia e del cuneo fiscale, in perfetta sintonia con quanto richiesto dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – spiega Fanara – Dopo questa premessa, abbiamo elencato tutta una serie di proposte, specifiche per il settore moda, come la riduzione dell’aliquota massima dell’iva del 22% su abbigliamento, calzature e accessori al fine di sostenere il potere di acquisto dei consumatori, ed i contributi sotto forma di credito d’imposta per le locazioni dei negozi. Con il documento, proponiamo la rottamazione dei capi usati con incentivi alle imprese che ritirano prodotti obsoleti con l’obiettivo di promuovere il riciclo delle fibre e di rilanciare al contempo i consumi in un contesto eco compatibile; proponiamo sgravi fiscali e crediti d’imposta alle imprese commerciali della moda per la donazione di eccedenze di magazzino. Ciò consentirebbe – specifica la presidente – snellendo le procedure, di donare i beni assolvendo un ruolo sociale ed ambientale”.

Federmoda Confcommercio si è messa disposizione del Tavolo della Moda per lavorare ad ulteriori temi, come la valorizzazione dei negozi storici, gli incentivi per l’apertura di nuovi negozi di moda, facilitazioni per il passaggio generazionale per dare continuità alle attività di famiglia o anche favorire l’inserimento di soggetti terzi, previsione di crediti d’imposta per l’acquisto di prodotti eco-compatibili, incentivi per la trasformazione digitale, ed anche strutturare un percorso di digitalizzazione di ordini e bolle di accompagnamento attraverso un protocollo unico nazionale che preveda uno stesso modello da condividere tra fornitori e operatori commerciali nei corrispettivi sistemi gestionali.

Senza dimenticare “una congrua web tax e un’imposta minima globale” per contrastare l’avanzata dei colossi del web.

Non solo, tra le altre proposte, si parla di “bonus moda ai consumatori” per l’acquisto di prodotti di moda, abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori e articoli sportivi, sull’esempio del bonus mobili ed ecobonus auto.

“Le idee sono tante, di fronte comunque ad uno scenario incerto per tanti motivi – concludono da Confcommercio Grosseto – Ci auspichiamo che da questo Tavolo possa partire un nuovo impulso per misure a sostegno dell’intero settore moda”.

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