Sicurezza in mare

Immersioni subacquee in sicurezza: «Fondamentale un controllo dello stato di salute»

I consigli del dottor Andrea Franchini dell’Asl Toscana sud est

subacqueo

GROSSETO – Poche cose sono affascinanti con il mondo marino. Per esplorarlo, tante persone si avvicinano alle immersioni subacquee. È fondamentale, però, approcciarvisi con attenzione, visti i rischi che s’incorrono nell’avventurarsi sott’acqua senza le adeguate conoscenze.

“Tutti coloro che volessero avvicinarsi al mondo delle immersioni subacquee devono tener presente che rappresenta un tipo di attività fisica che si svolge in un ambiente straordinario, cioè al di fuori dell’abituale contesto terrestre, che espone i soggetti a condizioni microclimatiche potenzialmente critiche per l’equilibrio fisiologico dell’organismo; si tratta quindi di una pratica che presenta un rischio intrinseco ed anche un importante impatto emotivo, sia che la si pratichi in apnea, sia con l’ausilio di autorespiratori ad aria”, dice il dottor Andrea Franchini della Medicina dello sport dell’Asl Toscana sud est.

Una corretta cognizione sul proprio stato di salute è necessaria: “Risulta intuitivo che tutti gli individui consapevoli di essere portatori di una qualsiasi affezione delle vie aeree (per citarne alcune: asma bronchiale, frequenti o gravi episodi allergici, infezioni ricorrenti, patologie polmonari, ecc.) dovrebbero consultare il proprio medico di fiducia prima di immergersi per analizzare gli eventuali rischi o ripercussioni dell’attività subacquea sulle patologie in questione, – consiglia Franchini. – È consigliabile inoltre, anche se la pratica subacquea rimane a livello non agonistico o ludico-motorio, di effettuare una visita otorinolaringoiatrica preventiva con lo scopo di escludere condizioni patologiche del naso e dell’orecchio che controindichino l’attività sott’acqua e di essere istruiti sulle manovre di compensazione della pressione dell’orecchio per prevenire traumi dovuti alla variazione pressoria provocata sia dall’immersione sia dalla risalita in superficie (variabile in base alle profondità raggiunte)”.

“Non bisogna poi dimenticare la visita medico-sportiva – continua Franchini, – che risulta essenziale per individuare potenziali controindicazioni di natura cardiologica in primis attraverso l’esecuzione di un elettrocardiogramma: infatti ai soggetti eccessivamente bradicardici o affetti da altre condizioni come i blocchi atrio-ventricolari non è consigliata l’attività subacquea poiché il fisiologico richiamo di sangue a livello toracico che si verifica in seguito all’immersione può, in relazione alle profondità raggiunte, accentuare in maniera significativa la bradicardia e favorire l’insorgenza di pre-sincopi o sincopi”.

Il dottor Franchini conclude con suggerimenti per gli appassionati di diving di profondità: “Qualora il soggetto intenda praticare attività subacquea con autorespiratori ad aria e voglia quindi immergersi per tempi prolungati a profondità maggiori risulta utile eseguire anche un ecocolordoppler cardiaco poiché la presenza di alcune condizioni patologiche spesso clinicamente silenti (difetto interatriale, difetto interventricolare, forame ovale pervio, ecc.) controindica in maniera assoluta questo tipo di attività: in tali individui la formazione di microbolle nel torrente sanguigno per la variazione barometrica può provocare fenomeni embolici anche gravi soprattutto a carico del sistema nervoso centrale”.

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