GROSSETO – Il Governo Draghi è caduto e il 25 settembre andremo a votare. Queste nuove consapevolezze hanno avuto – inevitabilmente – un effetto sui sondaggi.
A guadagnare, in generale, sono le forze politiche che hanno sostenuto l’esecutivo fino alla fine, votandogli la fiducia, in primis Pd e Azione +Europa, che guadagnano l’1,1% di voti, raggiungendo rispettivamente il 23,2% ed il 6% dei consensi.
Ma a questa tendenza generale c’è un outsider che fa vita a sé fin dall’inizio della legislatura: è Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, che da mesi è “quotato” primo partito da tutti i sondaggi. E nel post Draghi FdI vola e raggiunge il 25%, con una crescita di 1,2 punti percentuali. È quanto emerge dal sondaggio realizzato da Swg per il Tg La7, realizzato tra il 21 (giorno delle dimissioni di Mario Draghi da presidente del Consiglio) ed il 25 luglio e pubblicato ieri.
Chi è stato penalizzato, da un punto di vista elettorale, dalla caduta del Governo Draghi? Beh, i risultati del sondaggio parlano chiaro: Lega, in primo luogo, e Movimento 5 stelle.
La Lega perde l’1,6% dei consensi, cadendo giù al 12,4%. E’ il partito che subisce l’emorragia di consensi più ampia in questa settimana secondo Swg. Una crisi, quella della Lega, che sembra non trovare tregua, almeno al momento, e che necessiterà di un grande impegno da parte di Matteo Salvini e i suoi durante la campagna elettorale.
Giù anche il Movimento 5 stelle, che arretra dell’1,1% scendendo al 10,1%, raggiungendo i suoi livelli minimi a livello nazionale. Rimane stabile, invece, Insieme per il futuro (1,5%), la nuova forza politica nata dopo la fuoriuscita di Luigi Di Maio dal M5s.
Cala anche Forza Italia, che perde 0,3 punti percentuali arretrando al 7,1% dei consensi.
Tra i partiti minori, cresce Italia viva (2,9%, +0,2%) e Italexit con Paragone (2,8%, +0,3%). Perdono consensi Verdi e Sinistra italiana (3,6%, -0,2%) e Mdp Articolo 1 (2,2%, -0,1%).
Il calo di Mdp Articolo 1, Verdi e Sinistra italiana è probabilmente legato all’aumento dei consensi al Pd: più ci si avvicina alle elezioni, più si inizia a riscontrare sull’elettorato l’effetto di un possibile “voto utile” a favore delle forze politiche maggiori.
Cala anche il numero di indecisi, che passa dal 43% della scorsa settimana al 41% di ieri.
LE DIFFERENZE TRA I SONDAGGI: FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA
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