Follonica

Rifondazione comunista: «Diciamo no al rigassificatore. Ecco perché»

bandiera Rifondazione

FOLLONICA – “Siamo contro il rigassificatore e sosteniamo il sindaco Andrea Benini“, così, in una nota, il Circolo di Rifondazione comunista Che Guevara Follonica.

“Da mesi – prosegue la nota – il dibattito pubblico nel nostro territorio si è acceso a seguito della possibile messa in funzione di un rigassificatore a Piombino, nel golfo di Follonica. Con questo progetto, il Governo mira a ridurre la quota di gas acquistato dalla Russia e per incrementare invece l’acquisto di questa materia prima da oltremare, ad esempio da Qatar, Australia, Nigeria o Stati Uniti d’America”.

“La nostra prima perplessità è dunque di tipo politico. Capiamo la necessità per il Paese di diversificare le fonti di approvvigionamento delle materie prime. Però è evidente che questa necessità è diventata un’urgenza dal momento che il governo Draghi ha deciso di schierarsi non per la ricerca di un dialogo in sede Onu e per costruire una pace duratura, bensì per un sostegno pieno e acritico – addirittura inviando armi – al governo Zelensky. Ogni giorno che passa risulta evidente che il proseguimento della guerra giova non solo alla Russia ma anche agli Stati Uniti, mentre i danni maggiori, oltre ad essere pagati daiLuigi Di Maio civili ucraini, sono a carico di tutti i Paesi dell’Unione Europea. Ecco, ci saremmo aspettati dal governo Draghi più discernimento e cautela. Purtroppo però oggi ci troviamo a pagare le conseguenze di una politica estera inesperta, in mano al duo Mario Draghi-“.

“Il secondo motivo di perplessità è di tipo economico. Un impianto di questo tipo porta pochissimi posti di lavoro, tra i cinque ed i dieci, se ci basiamo sul rigassificatore di Livorno. Qualche posto di lavoro potrebbe essere legato all’indotto, ma anche questi non saranno mai numerosi. Complessivamente l’economia locale ne riceverebbe uno svantaggio. Nella zona di limitazione delle attività economiche si trovano infatti gli impianti di itticoltura, che occupano circa 400 persone, tra impiego diretto e indotto. Inoltre, visto che l’impianto necessita delle due miglia di rispetto per la sicurezza, siamo anche preoccupati per il complesso delle attività portuali, tra cui i traghetti con l’Elba. In questo senso, l’arrivo del rigassificatore causerebbe più perdita che crescita dei posti di lavoro. Inoltre, ben sappiamo che il gas liquefatto costa circa tre volte di più del metano in forma gassosa”.

“La nostra terza ragione di contrarietà è di tipo storico. Infatti, ricordiamo che il sito di Piombino (così importante anche per Follonica) da troppi anni vive una crisi industriale e occupazionale. Infatti presenta problemi tuttora irrisolti, come, in particolare, la bonifica e il riuso produttivo delle aree inquinate e, in generale, la predisposizione di un futuro per la siderurgia e l’industria del territorio. Tutte questioni che necessitano risposte reali e concrete in tempi brevi, senza ulteriori vuote promesse che poi vengono sempre disattese e non mantenute”.

“Infine la nostra quarta perplessità è di tipo ambientale e climatico. Stiamo vivendo un’estate dal caldo eccezionale. Da anni vediamo, senza più dubbi, come il cambiamento climatico stia rendendo il nostro Pianeta un luogo sempre più inospitale e soggetto ad un clima caratterizzato da cambiamenti bruschi e mal gestibili. L’eccessivo consumo di idrocarburi è una delle cause principali del riscaldamento globale. Sappiamo dunque cosa dobbiamo fare, cioè ridurre i consumi. Al contrario, aprire impianti di questo tipo rischierebbe di vincolare ancora di più l’Italia al consumo di gas e allontanando ancora di più la fantomatica, ma largamente attesa e necessaria, transizione ecologica”.

“Pertanto ribadiamo la nostra contrarietà al progetto al momento presentato dal governo e dall’azienda Snam e ribadiamo il nostro pieno sostegno al sindaco di Follonica Andrea Benini. In particolare, quando pretende il pieno coinvolgimento degli Enti locali, ivi compreso il Comune di Follonica, nell’iter autorizzatorio, senza che esso rimanga in mano al solo governo nazionale e al commissario ad hoc Eugenio Giani. Inoltre condividiamo con il sindaco Benini anche la forte richiesta di un percorso assolutamente trasparente e obiettivo, che parta dai dati oggettivi e non dalle volontà ideologiche del governo nazionale”.

“Siamo infatti convinti che la valutazione dei dati complessivi, comprensivi dei benefici ma anche delle ricadute negative di tipo economico, politico e sociale, faranno cadere un progetto mal pensato e mal digerito dalle popolazioni locali”, concludono da Rifondazione comunista.

 

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