Politica

Verso il voto, Borghi: «Io non mi ricandiderò. Ma ho un’idea» 



Massimo Borghi

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GAVORRANO - Un centrosinistra unito, che presenta un unico candidato o un’unica candidata alle prossime amministrative, è uno scenario utopico o possibile?

Una risposta a questa domanda ce l’avrebbe uno dei protagonisti della politica gavorranese; l’ex sindaco Massimo Borghi che da tempo vive sugli Appennini, e quindi lontano da casa sua, ma che non ha certo perso la passione per la politica.

«Ho cambiato vita, ormai vivo lontano da Gavorrano e mi sono buttato su un nuovo progetto. Qui nessuno conosce la mia storia e sono riuscito a fare pace con molti dispiaceri del passato, ma ovviamente seguo sempre quello che succede nel mio paese».

Massimo Borghi, una lunga esperienza politica, per due volte alla guida di Gavorrano, è stato un sindaco con mandati amministrativi turbolenti e faticosi.
Nelle scorse settimane, quando si è parlato delle prossime elezioni amministrative, voci di corridoio avevano affermato quasi con certezza che Borghi alla prossima tornata elettorale (primavera 2023) si sarebbe ricandidato a sindaco.

«Ho 66 anni e il mio momento c’è già stato, anzi era già tardi l’ultima volta - afferma Borghi senza esitare -. Sono sincero; in passato ho sofferto troppo e con la vita politica di Gavorrano ho definitivamente chiuso».

La sua chiusura, però, non gli impedisce di condividere una riflessione con lo sguardo di chi ormai si considera uno spettatore di partite altrui.

«Quello che vedo è che da un lato il centrodestra si è già esposto sul loro candidato, che sembrerebbe Andrea Maule, anche se mi pare un po’ presto sinceramente - afferma Borghi - mentre dall’altra parte c’è il sindaco uscente Andrea Biondi che non ha alcuna intenzione di ricandidarsi, questo è certo. Il Pd ora è alla ricerca di un candidato valido e credo che sia una cosa molto difficile, anche perché gli ultimi due candidati (Iacomelli e Biondi, ndr) li hanno trovati a “casa mia”, ma ora altri nomi importanti all’orizzonte non li vedo proprio».

Secondo Borghi il Partito democratico gavorranese in questo momento «si trova in difficoltà, perché senza la ricandidatura di Biondi, che in ogni caso non gode di un grande consenso da parte dei vertici locali, non ha un nome importante da presentare e il tempo comincia a stringere. Il partito sta cercando un candidato esterno, ma la vedo complicata».

Gavorrano, com’è noto, ha vissuto molte divisioni politiche, specialmente all’interno del centrosinistra. Ricordiamo che alle ultime elezioni del 2018 le liste di centrosinistra in campo erano ben tre (Gavorrano Progressista, Gavorrano Bene Comune e Iacomelli sindaco) e attualmente in consiglio comunale, su tre gruppi consiliari di minoranza, due sono di sinistra. Le elezioni, poi, non sono così lontane in termini di tempo e ad oggi, sia Biondi che il Pd non hanno mai ufficializzato quali siano le intenzioni del sindaco uscente, ma secondo Borghi il quadro attualmente sarebbe questo: Biondi non si ricandiderà per un secondo mandato e il centrodestra metterà in campo una lista unica. Cosa succederà allora?

«Per vincere le prossime elezioni - è la riflessione dell’ex sindaco Borghi - a mio avviso chi ha in mano il pallino della politica di Gavorrano dovrebbe mostrare un po’ di coraggio, liberarsi dalle sue “zavorre”, allontanarsi dai vecchi dirigenti, o presunti tali, e prendere una posizione importante. Sto parlando della guerra in Ucraina. Sarebbe il momento di dire un deciso “no” sia alla guerra sia all’invio delle armi. Solo allora ci sarebbero le condizioni per creare un gruppo importante che, non solo unirebbe tutte le forze della sinistra locale, ma contemporaneamente spianerebbe anche la strada di un’apertura verso i cittadini liberi. Con questa mossa, e un buon programma elettorale per il futuro di Gavorrano, si potrebbe formare una coalizione coesa e capace, rappresentata da un candidato civico valido».

«Sono qui a quasi 300 chilometri di distanza - conclude Borghi -, ma credo che se a Gavorrano si camminasse in questa direzione non potrebbe che trovare un progetto importante che coinvolgerebbe tutti perché basato su un principio vero da cui, per definizione, prescinde tutto il resto».

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