Elezioni

Rossano Galli: «Ho un sogno: l’opportunità per i giovani di vivere e lavorare a Manciano»

Rossano Galli

MANCIANO – Rossano Galli, già sindaco dal 1999 al 2009 è il candidato del centrosinistra per il comune di Manciano. La lista che sostiene Galli si chiama Tutti per Manciano – unione dei cittadini.

Quali sono le forze politiche che sostengono la lista?

«La lista è civica – racconta Galli – e vede la partecipazione di cittadini comuni. Le forze politiche che la sostengono sono il Pd e la Sinistra mancianese, che è un movimento nostro, locale».

Quali sono i candidati della sua lista?

«Li renderemo noti a breve, in una presentazione ufficiale. Posso dire che la lista è ricca di differenti competenze: imprenditori, professionisti, gente che lavora nel tessuto sociale di Manciano e anche un ex ambasciatore. Importante, poi, la presenza giovanile».

Il Comune di Manciano ha quattro assessori, come li sceglierà?

«Ho un’idea precisa della squadra, ma la scelta sarà fatta in accordo con tutti, tenendo conto di disponibilità e competenza. Dopo l’esperienza di questi cinque anni avremo finalmente una squadra che sa lavorare».

Quali sono i punti principali del suo programma?

«Il programma ha come obiettivo le missioni del Pnrr: se non riusciamo ad agganciare il nostro sviluppo a ciò che succede a livello europeo e nazionale restiamo nel medioevo. Sappiamo di essere di rincorsa perché l’amministrazione uscente ha perso un anno. Abbiamo un’idea precisa di ciò su cui dobbiamo puntare: la transizione energetica in senso ambientale è un appuntamento che non può essere mancato. Striamo mappando il territorio e le aree dismesse e valutando la possibilità di copertura dei tetti, magari in campagna. Una nuova cultura che sfrutti l’energia solare e eolica. Fare in modo di agire sulla bolletta e sul risparmio.Vogliamo anche puntare sulla cultura della ricezione turistica, la cultura del territorio e la cultura in genere. Vogliamo sostenere e incentivare la nascita di una nuova generazione di agricoltori per agevolare il ricambio e sostenere il comparto zootecnico. Vogliamo che il caseificio sociale possa contare su una nuova produttività giovanile e vogliamo sostenere investimenti e incentivi per nuovi allevamenti».

Cosa pensa della lista avversaria che ha al proprio interno anche persone che vengono dal centrosinistra?

«Io con il passato non ho conti aperti; con nessuno e con nulla. Mi piace guardare al futuro. Qualcuno forse, invece, ha questioni personali. Io penso ad elaborare il nostro programma a parlare del futuro. Sono convinto che la popolazione di Manciano, i cittadini, siano migliori dei rappresentanti politici che hanno ora e sono in grado di valutare le differenze tra i candidati e scegliere chi deve rappresentarli».

Quali sono le prime cosa che farà in caso venga eletto sindaco?

«Il primo obiettivo è potenziare il nostro motore economico che è rappresentato dal comparto turismo e dall’agricoltura. Ripristinare un tavolo di concertazione che sappia mettere al centro la programmazione e che consenta a tutti gli attori del territorio di partecipare, che siano aziende, consorzi, cittadini… questo territorio deve avere decisioni condivise. Poi voglio puntare sui servizi: i cittadini si aspettano che venga ristrutturata la macchina amministrative. Vogliamo far si che i professionisti di valore che abbiamo possano essere protagonisti, con noi, di nuovi servizi più efficienti. La nostra attenzione forte è, appunto, al lavoro e ai servizi».

Se dovesse essere eletto come vede Manciano tra cinque anni?

«Vedo una Manciano che sta nuovamente dialogando con tutte parti in causa e una nuova coesione sociale gente che rema nella stessa direzione sconfiggendo i personalismi e andando oltre le divisioni. Un clima nuovo. Senza non andiamo da nessuna parte».

«Io ho un sogno – conclude Galli – lavorare affinché i nostri giovani possano avere l’opportunità di restare sul territorio. Lasciare Manciano deve diventare solo una scelta. Sogno un futuro in cui i nostri figli possano amare il proprio paese, essere orgogliosi di affermare un’appartenenza e sentirsene rappresentati».

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