Bullismo on line

La polizia entra a scuola: i genitori a lezione di cyberbullismo

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GROSSETO – Ieri pomeriggio, all’istituto scolastico “Vico” di Grosseto, la Polizia di Stato ha incontrato i genitori degli studenti. L’incontro, voluto dal dirigente scolastico, è nato dalla necessità di rinnovare l’alleanza educativa e l’unità d’intenti tra scuola e famiglia per rispondere ai nuovi bisogni dei ragazzi. La polizia è intervenuta nell’ambito del progetto “Pretendiamo Legalità”, portato avanti da molti istituti scolastici del territorio provinciale.

La permanenza forzata in casa e il conseguente aumento delle ore passate online anche grazie alla didattica a distanza, ha visto la tecnologia protagonista di questa fase, ma al tempo stesso ha fatto emergere nuove e vecchie criticità.

Gli operatori di Polizia intervenuti hanno richiamato i genitori presenti ad una maggiore responsabilità. Partendo proprio dalla normativa sul cyberbullismo sono state esaminate le misure a tutela dei minori, soffermandosi sul provvedimento amministrativo dell’ammonimento del Questore.

E se è vero che l’attrazione tra giovani e nuove tecnologie è ormai inarrestabile, con smartphone e tablet sempre più facili da usare, con un aumento esponenziale del numero dei ragazzi connessi a Internet 24 ore su 24, ovunque si trovino, con un accesso al web sempre più a buon mercato e con un frenetico impulso a essere sempre più “connesso e social” è altrettanto vero che tutto ciò ha condotto tutta la società civile a misurarsi con temi e problematiche di incredibile pericolosità e complessità tra cui il cyberbullismo, l’adescamento online, il sexting.

Proprio per questo la Polizia ha sentito la necessità di sensibilizzare i genitori ad accompagnare i loro figli nel mondo virtuale, rimanendo informati sulle novità introdotte da app e social, per fornire la giusta protezione al proprio figlio, a salvaguardia della propria dignità, perché di fronte a situazioni che possono turbarlo o danneggiare lo sviluppo della sua personalità, sia nelle vesti di vittima che di artefice, come anche solo di testimone, anche ove sia soggetto attivo/protagonista di comportamenti autolesivi, non rimanga da solo.

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