Fascismo

L’ex sindaco Agresti: «Io nipote di un partigiano ucciso dai repubblichini chiedo a Casamenti di non intitolare l’idroscalo a Balbo»

Flavio Agresti

ORBETELLO – Una lettera aperta al sindaco di Orbetello, Andrea Casamenti, per chiedere di non intitolare a Italo Balbo l’ex idroscalo. A scriverla l’ex sindaco di Scarlino, Flavio Agresti

«Mi chiamo Flavio Agresti, sono stato dirigente della federazione grossetana del Pci, sindaco di Scarlino e fino all’anno scorso presidente provinciale dell’Anpi. Ma le scrivo questa lettera soprattutto come nipote di un partigiano, medaglia d’argento al valor militare, catturato dai nazisti su delazione repubblichina, e da questi ucciso ad appena 29 anni».

«Lo faccio per esprimerle il mio dissenso dalle considerazioni da lei fatte in relazione all’intitolazione a Italo Balbo “Aviatore” del Parco delle Crociere. Non sono residente nel suo comune, ma la vita mi ha regalato una assidua frequentazione della zona al punto da far nascere in me un legame anche affettivo con Orbetello e con moltissimi dei suoi abitanti. D’altronde la cosa di cui si parla ha per molti risvolti un’importanza che travalica di gran lunga l’ambito della cittadina che Lei amministra».

«Sono certo che non le sfugge il fatto che questa iniziativa (come l’altra di qualche anno fa volta ad intitolare al Balbo una via di Orbetello) avviene in un tempo che vede in campo un forte attivismo della destra più o meno illiberale per normalizzare se non riabilitare il fascismo: fanno parte di questo attivismo il mausoleo di Affi dedicato a Graziani, un criminale di guerra, e le varie intitolazioni a Almirante, un massacratore di Partigiani, di vie urbane in varie città italiane. Lo dico perché il richiamo alle virtù aviatorie del Balbo tradisce un certo imbarazzo nel riproporre da parte della Sua maggioranza un riconoscimento di valore ad un gerarca che del fascismo è stato addirittura triunviro, rendendosi corresponsabile diretto delle sue malefatte, delle sofferenze e delle distruzioni e dei lutti da esso provocati».

«Un uomo è l’insieme delle cose che fa o che ha fatto. Non è possibile scinderlo in due o più parti per dare di ciascuna di esse giudizi diversi se non addirittura opposti. E nel caso del Balbo è preponderante il negativo, lo è fino al punto di caratterizzare senza alcun dubbio l’intera sua persona: egli era un buon aviatore, sì, ma volava per la gloria del fascismo! E il fascismo sappiamo tutti cosa è stato e che cosa è. Se così non fosse, perché non intitolare una via o piazza o parco ad Adolf Hitler pittore, visto che il capo del terzo reich si dilettava nell’arte degli acquarelli?» prosegue Agresti.

«Vivamente spero che ci ripensiate. In caso contrario mi permetto di suggerirle di cambiare nome a via don Minzoni, per coerenza: non si può celebrare contemporaneamente la vittima e il carnefice. Che questo facciate o no, l’iniziativa a cui vi accingete, come è già accaduto ad altre Amministrazioni, esporrà Orbetello a una colossale figuraccia, diventando un caso nazionale. Il caso di un Comune che, onorando Italo Balbo, fa propria l’eredità del fascismo, mancando di rispetto a quanti, orbetellani o no, sotto quel regime criminale hanno sofferto, hanno combattuto e sono morti».

«Mi auguro che i cittadini e le associazioni si mobilitino per impedirlo, mentre mi associo all’appello rivolto dal’Anpi provinciale e Azione grossetana al prefetto affinché faccia quanto in suo potere per evitare l’affronto alla tradizione democratica e antifascista della Maremma. Condivido ogni parola dei due documenti pubblicati nei giorni scorsi sulla stampa locale. Le Crociere hanno già avuto ampi riconoscimenti in loco. Perché tenta insistenza sul nome del protagonista più noto?».

«Mi creda, altri valori meritano di essere celebrati: sono quelli della pace, della scienza, del lavoro, che uniscono la comunità e mandano ad essa impulsi positivi. E, per restare in tema, sono le cose, gli uomini e le donne che hanno costruito l’Italia libera e democratica dopo venti anni di dittatura: la Resistenza, la Repubblica e la Costituzione. Sono i partigiani e l’antifascismo, la tolleranza e l’accoglienza, la solidarietà e l’uguaglianza»

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