GROSSETO – Faceva ogni tipo di trattamento, in special modo la ricostruzione delle unghie, prestazione che costa tra i 50 e i 100 euro. La sua casa era il “quartier generale” ma non disdegnava di andare anche a domicilio, spostandosi in tutta la provincia.
La Guardia di finanza ha potuto ricostruire un’evasione fiscale di 50 mila euro. Le indagini, partite dal monitoraggio del “mondo virtuale” oltre che da alcune segnalazioni, hanno portato ad individuare una donna che svolgeva abusivamente, ed in spregio a varie normative, sia fiscali che contributive, l’attività di estetista nel suo appartamento.
Gli agenti sono entrati nell’appartamento per avviare l’ispezione e rintracciare documentazione fiscale ed amministrativa.
È stata rintracciata copiosa documentazione extracontabile e kit completi di materiale per effettuare attività di cura della persona, in particolare per quanto riguarda la cura e abbellimento delle unghie (servizi molto richiesti e per i quali si può arrivare a pagare anche 50/100 euro per le decorazioni più complesse).
Sono stati effettuati accertamenti bancari e individuate decine di clienti che hanno fruito delle prestazioni dell’estetista abusiva: tutte prestazione “in nero”, senza il rilascio di alcuna ricevuta fiscale e, peraltro, senza il rispetto di adeguate norme di sicurezza e tutela delle persone. Nel corso delle attività è emerso come la donna svolgesse le sue prestazioni irregolari sia nel suo appartamento, sia “a domicilio” in tutta la provincia. Al termine degli accertamenti economico-finanziaria la Guardia di Finanza ha constatato una complessiva evasione fiscale (tra “ricavi” in nero, Iva, ecc.) di poco meno di 50 mila euro.
Nel corso degli ultimi due anni sono una decina i casi di “professionisti” abusivi dediti ai servizi di cura alla persona scoperti dalla Guardia di Finanza in provincia, con conseguenti contestazioni di evasione fiscale e norme contributive/lavorative. E’ questo peraltro un settore molto delicato e che sviluppa sul territorio un volume d’affari e clientela non indifferente, poiché la cura della persona rimane un “must’ anche durante l’attuale periodo di emergenza pandemica.