Io me lo ricordo...

Ve lo racconto io Castiglione: i giochi in strada e gli ossimori

Ve lo racconto io Castiglione

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Quando le giornate erano piovose non si poteva giocare in strada. Un ossimoro è l’unione di due termini contraddittori. Alcuni però non sono paradossi apparenti ma modi di dire che tendono a sminuire la forza della prima parola come dire “fai quello ma non per intero”.

“Bercia piano” lo usavamo spesso quando giocavamo in orari dove le persone avevano diritto a riposarsi e le nostre grida potevano essere oggetto di giustificate proteste. E quindi dicevamo tra noi “berciamo piano eh, sennò sono guai…”
Ma come sia possibile farlo quando un gruppo di ragazzetti gioca a “cin cin tre fiaschi di vin” è un mistero insolubile.
E poi “uno alla luna” , “due il bu che fa u’ “, ” tre bacini alla figlia del re”, “quattro la spazzatura del gatto”, “Cinque il gelato”.

E così via in uno dei giuochi più vecchi che io ricordi di aver fatto. Si giocava in qualsiasi ora del giorno e della sera a quel gioco tanto semplice e tanto intrigante con i salti sopra; chi “stava sotto” con le ritualità gestuali di ogni numero della lunga litania insieme alle grida di chi doveva trovare l’errore per togliersi dalla posizione scomoda di chi veniva saltato. Faceva da pandan ad altri giochi dell’epoca. Alcuni prettamente femminili, altri maschili.

Tra quelli femminili ricordo”pallangle'” o “campana” o ancora “quante belle figlie”. Tra quelli maschili ricordo “Guardie e ladri”, “eccomi”, ” nascondino ” (che andava bene per tutti), “I quattro cantoni” che aveva due versioni. Una morbida con la presenza anche di ragazze ed una più rude con tutti maschi. Erano tutte attività che al massimo prevedevano l’uso di una palla o di una pietra e nient’altro.

Era la nostra fantasia non ancora contaminata a farci vedere e assaporare queste azioni come complete e appaganti. Chi è ormai diversamente giovane si ricorderà le lunghe, lunghissime, a volte interminabili ore passate con quei semplici giochi.

Si giocava sotto casa, per le strade, raramente nei cortili; e quindi dovevamo porre attenzione a molte cose quali “l’occhio delle mamme” che vigilavano oltre che sulla incolumità dei maschi anche sulla reputazione delle ragazze, “rare ma pur sempre presenti auto che potevano passare” che ci costringevano ad interrompere per poi riprendere da dove eravamo rimasti con litigi di ogni genere, “insofferenza” direi “giusta” da parte di quelle persone che magari riposavano, per aver lavorato o perché avrebbero dovuto farlo dopo poco tempo. Per questi “Bercia piano” era proprio un ossimoro.

Se volete leggere le vecchie puntate di “Ve lo racconto io Castiglione” cliccate QUI.

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