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Distribuzione diretta dei medicinali: l’associazione dei farmacisti scrive alla Regione

Farmacia

GROSSETO – “Le farmacie rurali sono preziose e lo sono ancora di più in una provincia vasta e poco popolata come quella di Grosseto, sono presidi sanitari, ma è la distribuzione dei farmaci che le fa sopravvivere, per questo non possono essere penalizzate dalla cosiddetta distribuzione diretta tramite le strutture ospedaliere”.

Così l’associazione provinciale Titolari di farmacie di Grosseto ha scritto all’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini dopo la sua risposta ad un’interrogazione sul tema del consigliere della Lega, Andrea Ulmi, e dopo una mozione del Pd a sostegno delle farmacie rurali.

“Notiamo che da anni – scrive l’associazione – i pazienti vengono indirizzati a ritirare i farmaci nei distretti al solo fine di contenere la spesa farmaceutica sul territorio a vantaggio della distribuzione diretta. Accade molto frequentemente che il cittadino, che potrebbe tranquillamente ritirare nella farmacia di prossimità i farmaci di cui necessita, venga costretto a spostamenti complessi, e spesso insensati, in nome di un risparmio tutto da dimostrare”.

Secondo i farmacisti maremmani se è vero come ha scritto l’assessore Bezzini in risposta al consigliere Ulmi che i farmaci acquistati da Estar costano meno rispetto a quelli erogati dalle farmacie convenzionate, ci sono degli aspetti che, in realtà, non li rendono così convenienti, considerandone anche il costo sociale.

“Ci dimentichiamo – sostiene l’associazione dei Titolari delle farmacie – che il farmaco avrebbe potuto essere ritirato nella farmacia ‘sotto casa’, senza costringere i malati, spesso anziani e fragili, a spostamenti che in alcuni casi mettono in grave difficoltà gli stessi, aggiungendo anche il fatto che, nell’ottica del servizio erogato, la fascia oraria di distribuzione è spesso insufficiente nei giorni feriali e non accessibile all’utenza il sabato e nei festivi”.

Tutti costi che, secondo i farmacisti, se non vanno nel bilancio regionale vanno in quello ‘sociale e di welfare’, senza dimenticare che, nel computo dei costi totali dei farmaci acquistati attraverso Estar, si devono considerare anche le procedure di gara, il personale che lo distribuisce, la conservazione, le scadenze ed altro ancora facendoli quindi lievitare notevolissimamente.

Per quanto riguarda il ruolo delle farmacie rurali, che hanno firmato anche in Maremma numerose convezioni con le Asl, l’associazione provinciale Titolari di farmacie ricorda come “la loro sostenibilità passa attraverso il farmaco e che le farmacie rurali sono le più esposte a sofferenza economica qualora queste dinamiche distributive non venissero limitate”.

In chiusura i farmacisti grossetani invitano l’assessore regionale a far rispettare alle Asl la Legge 40572001 sulla distribuzione dei farmaci che dispone come “la struttura pubblica fornisca direttamente i farmaci, limitatamente al primo ciclo terapeutico completo, sulla base di direttive regionali, per il periodo immediatamente successivo alla dimissione dal ricovero ospedaliero o alla visita specialistica ambulatoriale”.

Insomma, le farmacie sono pronte a collaborare con la Regione, a mettersi sempre più a disposizione per le vaccinazioni, a dare un contributo importante nella dematerializzazione delle ricette, ma chiedono di poter sempre avere il ruolo fondamentale per cui nascono e operano: distribuire i farmaci.

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