Cana

Telefoni e rete in tilt, paese isolato: la protesta della Pro loco

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CANA – “Speravo onestamente di non scrivere più nulla in merito alle avarie telefoniche più lunghe delle 24 ore, ma eccomi qua a rimarcare l’indignazione di una comunità privata di un servizio ormai essenziale alla vita quotidiana”, recita la nota di Lucia Tosini, presidente della Pro loco Cana.

“Se, infatti e giustamente, da una parte ci lamentiamo delle classi-pollaio, della necessità del distanziamento sociale, dell’incentivazione allo smartworking, della riconquista dei territori marginali, di creare lo smart village in tutta l’Amiata sulla scia del modello virtuoso di Santa Fiora, dall’altra, quando qualche ritorno reale c’è, qualche giovane coraggioso rimane a fare impresa nel territorio, lo stesso territorio non è in grado di garantire il minimo in tema di comunicazione e collegamento in rete”.

La Dad, spauracchio di insegnanti e alunni, rimane, purtroppo o per fortuna, l’unico modo di fare scuola quando le classi o i singoli alunni sono in quarantena e se la stessa Dad stigmatizza la disuguaglianza sociale, immaginiamoci cosa accade quando ai ragazzi, reclusi in casa o in camera, manca anche questo collegamento con insegnanti e compagni di classe e di gioco”, prosegue la nota.

“L’utenza telefonica fissa è anche una delle poche modalità con cui i nostri anziani sentono meno la solitudine di questi tempi tremendi, ma in una zona rurale, come la nostra, dove i cellulari non prendono in caso di emergenza, l’utenza telefonica fissa salva la vita (se funziona). E chi mai potrà indennizzarci in questi casi? Perché non è tanto la richiesta di un risarcimento che non risarcisce nulla, quanto la necessità di avere un servizio funzionante, che garantisca quanto sottoscritto da utente e compagnia di telefonia”.

“Le informazioni che abbiamo ci dicono che si tratta di ‘guasto generalizzato nella zona’, ma non sappiamo le tempistiche di risoluzione delle problematiche (ad oggi sono sette giorni consecutivi di assenza di servizio)”.

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