La protesta

Ddl Zan, Follonica scende in piazza: «Affossamento della legge uno schiaffo ai diritti civili» fotogallery

FOLLONICA – Striscioni e bandiere arcobaleno; la città del Golfo si è mobilitata per la protesta contro la bocciatura del ddl Zan e si è dato appuntamento oggi pomeriggio in piazza Guerrazzi sul lungomare per esprimere la propria rabbia e indignazione.

La mobilitazione per la protesta è nata la scorsa settimana dopo che il disegno di legge contro l’omotransfobia era stato bloccato. Il Senato, a scrutinio segreto, aveva votato a favore della “tagliola” (istituto che prevede il non passaggio all’esame degli articoli previsto dall’articolo 96 del Regolamento del Senato), proposta da Lega e Fratelli d’Italia, bloccando di fatto l’iter del testo, che dovrà obbligatoriamente tornare in commissione per essere ridiscussa dopo uno stop di almeno sei mesi.

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In seguito in tutta l’Italia sono nate varie proteste nelle piazza di decine di città. Alla manifestazione di Follonica, organizzata dalla Commissione pari opportunità, erano presenti un centinaio di persone tra cui anche sindaco Andrea Benini insieme agli assessori Francesco Ciompi e Mirjam Giorgieri.

«Siamo qui perché questo Paese sul tema dei diritti è rimasto fermo e indifferente – sono state le parole dell’assessore alle politiche di genere, Francesco Ciompi -. Tutto questo è stato fatto nel modo più meschino e vile perché la votazione è stata fatta a scrutinio segreto senza metterci la faccia e l’aula più prestigiosa del nostro parlamento. L’applauso di quei senatori che festeggiavano l’affossamento del ddl Zan è più di uno schiaffo verso tutta la comunità Lgbtqa+, verso tutti noi. È un’offesa contro tutte quelle ragazze e tutti quei ragazzi che quotidianamente subiscono discriminazioni e insulti per il proprio orientamento sessuale.

«Quindi perché siamo qua? Perché protestiamo contro uno Stato che non schiera a favore delle vittime, ma al fianco dei carnefici, chi discrimina e fermenta odio in continuazione. Siamo qua per dimostrare che quell’applauso ha segnato un confine netto – ha continuato Ciompi.
Quella di oggi, come tutte le manifestazioni che hanno invaso le piazze delle principali città italiane sta mandando un segnale importante, stanno lanciando un grido di urgenza e di necessità di diritti civili, segnano uno scollamento con uno Stato che non ci rappresenta e che non è in contatto con la propria popolazione e che diffonde la paura e non comprende le necessità dei propri cittadini».

«Spero – ha aggiunto – che queste piazze ricche di persone che, a differenza dei senatori che non ci hanno messo la faccia, riusciranno a ribaltare quello che è stato un risultato da medioevo per quanto riguarda i diritti civili.
Ripartiamo proprio da queste piazze per rilanciare: chiediamo che lo Stato si impegni a prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere e in più generale per le discriminazioni per sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso ed età».

«L’Italia è rimasto l’unico Paese nell’Unione europea – ha concluso Ciompi – a non riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Abbiamo sì, le unioni civili, sono state un grande successo, ma c’è bisogno di andare oltre stando al passo con altri Paesi europei e non facendo il fanalino di coda a braccetto con l’Ungheria di Orbán».

Abbiamo seguito la manifestazione con gli scatti di Giorgio Paggetti.

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