CAPALBIO – «Non ci permettiamo di giudicare il fatto che Silvia, legittimamente, coinvolga il cognome di suo padre, e suo, all’interno della campagna elettorale. Nessun altro, per rispetto dell’uomo, lo ha fatto così marcatamente come lei oggi, e nessuno di noi avrebbe voluto. Ma è altresì doveroso precisare alcuni elementi che attengono alla politica», così Adesso per Capalbio, la lista civica a sostegno del candidato sindaco Gianfranco Chelini, commenta le dichiarazioni di Silvia Bianciardi, figlia di Settimio Bianciardi, il primo cittadino di Capalbio mancato lo scorso gennaio.
«Siamo sinceramente felici che una giovane trovi la sua dimensione e partecipi alla vita politica del suo Comune, contribuendo con il suo appoggio a sostenere un candidato a sindaco – spiegano dalla lista a sostegno di Chelini -. Essendo la politica fatta prima di tutto di persone, troviamo anche assolutamente legittimo che per farlo si raccontino aneddoti della propria vita e si ricordi un padre e un uomo meraviglioso come Settimio Bianciardi. Con coraggio, la figlia Silvia ha scelto di stare con lo schieramento opposto a quello che il padre e anche lei stessa hanno contribuito a costruire, portando solo due anni e mezzo fa una ventata nuova nella amministrazione di Capalbio. Nella vita si può, e a volte si deve, cambiare idea, è più che legittimo e spesso anche intelligente. Non ci permetteremmo mai di giudicare tale scelta».
«Allo stesso modo – vanno avanti – non ci permettiamo di giudicare il fatto che Silvia, legittimamente, coinvolga il cognome di suo padre, e suo, all’interno della campagna elettorale. Nessun altro, per rispetto dell’uomo, lo ha fatto così marcatamente come lei oggi, e nessuno di noi avrebbe voluto. Ma è altresì doveroso precisare alcuni elementi che attengono alla politica.
Per prima cosa, pur senza discutere la veridicità dell’aneddoto raccontato da Silvia, non risulta in alcun modo che vi fosse un rapporto di stima e collaborazione politica tra Settimio e il candidato Alessio Teodoli. Questo è comprovato da quanto successo nei mesi di amministrazione che Settimio ha ottimamente portato avanti, durante i quali molto poco spesso si è visto il consigliere Teodoli nel consesso del Consiglio Comunale.
Secondo, questa mancanza di stima non fu certamente appianata dall’accusa strumentale che Teodoli e compagni rivolsero a Settimio e all’intera famiglia Bianciardi ad agosto 2020, segnalando la sua attività amministrativa all’Autorità Nazionale Anticorruzione con illazioni ingiuriose mai provate. Un atto che dimostra la malafede di chi a Settimio si oppose quando era in vita e nel pieno delle forze.
Terzo, Settimio è scomparso da sindaco e da leader indiscusso di un movimento popolare e civico che si chiama “Adesso per Capalbio” ed è Adesso per Capalbio che, per onorare la figura di Settimio e dare a Capalbio il meglio possibile, ha saputo riorganizzarsi dopo quella tragedia, senza perdere la testa, ma tenendo a guida l’azione intrapresa da lui e portandola avanti con dignità e onore. Tutti, del gruppo scelto da Settimio, sono rimasti pronti ad agire: dalla giunta ai consiglieri, dai militanti ai semplici sostenitori. L’eredità politica non si trasferisce per successione come altro, ma con l’impegno».
«La lista guidata da Settimio ha già sconfitto Teodoli e compagni e lo farà ancora, proprio per lo spirito e il buon governo che insieme a Settimio ha esercitato. Adesso per Capalbio non ha infatti ambizioni di potere o di appagamenti personali, ma cerca soltanto il buon governo e l’azione propositiva e rappresentativa che Capalbio merita. Meglio Chelini», concludono da Adesso per Capalbio.