Bicilette

Ricollocata la bici bianca: calano gli incidenti su due ruote. «Mantenere alta l’attenzione»

Bici bianca

GROSSETO – Dopo un intervento di manutenzione, a distanza di otto anni dalla sua installazione avvenuta nell’agosto 2013, Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente, Angelo Fedi, presidente FIAB Grosseto e Fausto Turbanti, assessore alla viabilità del Comune di Grosseto, hanno ricollocato la bicicletta bianca, simbolo delle tragiche morti su due ruote. Il tempo passa, logora i materiali e anche le persone, ma la memoria deve rimanere viva e sempre verde. A questo scopo, nasce l’idea di rispristinare la bici bianca, che oggi si presenta con un nuovo e più incisivo messaggio. Non più una semplice memoria dei fatti, ma un monito ben preciso, si legge ora sulla targa apposta sulla bici bianca, “La strada è di tutti a iniziare dal più debole”.

Parole che rappresentano un vero e proprio cambio di paradigma nell’interpretazione della mobilità ciclistica, lo stesso che ha indirizzato le modifiche al Codice della Strada previste dal DL 34/2020 “Decreto Rilancio”, che ha individuato nella carreggiata e non nel marciapiede – ed è questa la vera innovazione – nuovi spazi dedicati prioritariamente ai ciclisti e alla micromobilità che portano benefici in termini di visibilità, attrattività e sicurezza del mezzo bicicletta. È ormai provato. un aumento del numero dei ciclisti in circolazione contribuisce ad aumentare l’attenzione alla guida, rendendo più sicura la mobilità urbana.

“Negli ultimi due anni (2019 – 2020) – ha dichiarato Angelo Fedi, presidente FIAB Grosseto – gli incidenti stradali, che hanno coinvolto conducenti di veicoli a motore e ciclisti nel Comune di Grosseto, sono diminuiti. Con riferimento al 2018, anno nel quale c’era stato un altro incidente mortale, il 2019 ha registrato un calo del 14%, passando da 56 a 48 incidenti totali. Una ulteriore flessione è stata registrata nel corso del 2020, un calo di circa il 19% rispetto l’anno precedente, con 39 incidenti totali. La contrazione dei sinistri è ancora più evidente se si prendono a riferimento gli ultimi sette anni, partendo da quel tragico 2013 dove si registrarono ben 66 incidenti in tre dei quali, altrettante persone persero la vita sulle strade della nostra città. 66, un numero che, ironia della sorte, ha continuato a ripetersi per i due anni successivi lasciando sulle nostre strade una scia di sangue con una vittima ogni anno. I numeri iniziano a scendere nel 2016 (58 incidenti totali, ma ancora una vittima) e nel 2017 (48 incidenti, zero vittime). Ma non c’è pace e nel 2018 un nuovo balzo in avanti porta a 56 gli incidenti totali di cui uno letale, per arrivare appunto agli ultimi due anni dove insieme al numero totale si è azzerato anche il numero delle vittime. Ovviamente, quando si parla di vittime, si fa sempre riferimento a persone che hanno perso la vita alla guida di una bicicletta. I dati ufficiali che la Polizia Municipale ha fornito a FIAB Grosseto, utilizzati per dare seguito al monitoraggio annuale sull’andamento dell’incidentalità con velocipedi coinvolti, evidenziano la diminuzione. È un buon segnale, ma la situazione è ancora critica.”

“Serve uno slancio forte e coraggioso nei confronti della mobilità ciclabile – ha dichiarato Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – e serve anche un salto di qualità per garantire anche la sicurezza per chi si sposta in bici. A questo scopo, è fondamentale ripensare lo spazio urbano per ridurre i rischi di incidentalità, adottando soluzioni infrastrutturali per ridurre la velocità e lo spazio stradale dedicato alle automobili. L’obiettivo è chiaro: aumentare il numero delle ciclabili in maniera significative e mandare un messaggio chiaro di cambiamento in positivo a chi vive nelle città. Allo stesso tempo, è fondamentale moltiplicare le zone 30 per ridurre la pericolosità delle auto circolanti e scommettere tutto sulle piste ciclabili per rendere Grosseto la Capitale della ciclabilità. La bicicletta bianca non è solo un simbolo ma un punto dal quale è impossibile tornare indietro: la mobilità ciclabile deve essere sicura.”

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