
CASTELL’AZZARA – All’ interno del programma per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, promosso dal Comitato “La Maremma per Dante 1321-2021”, dal 23 al 25 luglio, nel territorio comunale di Castell’Azzara, si è svolto il “Fine Settimana Medievale”, pieno di eventi culturali ispirati al Sommo Poeta e in particolare alla sua Commedia, con letture, concerti, spettacoli teatrali, mostre d’arte e mostre filateliche.
Sono stati tre giorni intensi e molto belli, con il patrocinio del Comune di Castell’Azzara, alla cui organizzazione hanno collaborato fattivamente diversi comitati e associazioni locali: Ecosistema Comunale – Penna Cultura, Pro Loco di Castell’Azzara, Pro Loco di Selvena, Comitato Ex Minatori di Selvena.
Le iniziative culturali si sono basate soprattutto sui lavori e i talenti di artisti locali e hanno perseguito l’obiettivo di coinvolgere nel loro svolgimento e nella loro fruizione tutta la comunità del territorio comunale, in particolare la popolazione dei paesi di Castell’Azzara e Selvena: scopo principale oltre a quello di riproporre la poesia, la magnificenza di questo Grande della nostra Italia, far riflettere i giovani sulla storia della quale siamo eredi e che ha contribuito all’attualità. Dante conosceva il territorio dell’Amiata per esserci passato, viaggiando da Firenze a Roma forse in più di un’occasione; altamente probabile anche un suo soggiorno presso gli Aldobrandeschi di Santa Fiora o di Sovana, date le vicende che lo legarono alla potente famiglia e i numerosi riferimenti che si incontrano nella Commedia. I padri, nonni e bisnonni, alcuni dei quali analfabeti, conoscevano a memoria interi Canti della Divina Commedia e li declamavano durante le veglie nelle lunghe serate invernali davanti al focolare e alcuni personaggi divennero protagonisti di narrazioni che i cantastorie portavano di paese in paese.
Il rapporto con Dante e il territorio è legato anche alla tradizione mineraria che lo caratterizza e a quel vissuto di sangue e di fatica dei minatori, di padri, nonni e zii, che si calavano nel buio della miniera, sottoposti al caldo eccessivo, al freddo intenso, al rumore assordante dei vagoni e degli arnesi usati per lo scavo, alla polvere, al sudore e agli effluvi sulfurei, tanto che faceva loro dire: “Entrare in miniera è come andare all’inferno.” L’interno della miniera era simile ai gironi dell’Inferno dantesco, con le sue gallerie profonde e buie e sull’ingresso si poteva benissimo scrivere, a detta dei minatori: “Lasciate ogni speranza o voi che entrate.”
Le giornate del fine settimana dantesco sono cominciate venerdì 23 pomeriggio a Castell’Azzara con la cerimonia di apertura, i saluti delle autorità e l’inaugurazione della mostra dell’artista Roberto Caporali, che da anni lavora sulla “Commedia”. Caporali espone le sue opere, che interpretano vari canti, nei locali della Parrocchia, all’interno del Palazzo, gentilmente concessi da Don Tito. La mostra rimarrà aperta fino al 22 agosto. Sono poi state lette alcune terzine di Canti della Commedia da parte di cittadini che si erano resi disponibili.
Subito dopo il professor Massimo Seriacopi, docente di Lettere e Dottore di ricerca in filologia dantesca, ha tenuto un’interessante conferenza su “Dante e l’Amiata” citando le terzine che parlano della famiglia dei conti di Santa Fiora, gli Aldobrandeschi, e la questione del gioco della zara, il gioco dei tre dadi, ricordato nel primo verso del canto VI del Purgatorio e che, sarebbero stati la causa del toponimo della località. La realtà amiatina narrata nel corso della cantica assume una valenza esemplare in questo senso: la realtà dei contesti socio-politici di queste zone riflette perfettamente la situazione “standard” dell’intera penisola italica e, in definitiva, della realtà sovra-nazionale del tempo, e fornisce preziosi spunti di riflessione sulla nostra storia.
Nella serata presso il Giardino Comunale si è tenuto lo spettacolo, di teatro e musica, “Medioevalia: storie di rimatori, giullari e menestrelli” con Marco Fontani, Luciano Fontani e Stefano Lucarelli. Lo spettacolo è ispirato alla poesia realistico giocosa del XIV secolo che i cosiddetti rimatori trecenteschi portavano in scena nelle vie, nelle piazze e nei castelli della Toscana dove si stava formando la nostra lingua italiana. Si sono alternati momenti introduttivi recitati in prosa e poesia, con musiche a tema, composte dallo stesso Marco che si è ispirato agli antichi Trovatori.
Sabato 24 il programma si è svolto completamente nella frazione di Selvena dove si trova la Miniera del Morone e il Castello Medievale di Rocca Silvana, fatto costruire dagli Aldobrandeschi. e la cui importanza era legata fin dall’antichità proprio allo sfruttamento della Miniera sottostante.
Nel primo pomeriggio, alla presenza delle autorità locali e in contemporanea con l’annullo filatelico, a cura di Poste Italiane, è stata inaugurata la Mostra “ La Commedia in Filatelia” a cura di Lelio Fontani. Vengono esposti 62 pannelli, oltre ad alcuni apparati esplicativi, che attraverso i francobolli illustrano cinque canti dell’Inferno (I,II,III,V,XXXIII).
Lelio Fontani lavora a questo progetto da molti anni. Sono stati letti alcuni passi della Commedia. La mostra è allestita e visitabile, dal venerdì alla domenica dalle ore 16 alle ore 19, fino al 22 agosto, nella “Casa del Minatore”, in via delle Miniere.
A corredo della mostra sono esposti anche i volumi rilegati della Commedia, che include bellissime illustrazioni, pubblicata a fascicoli nel 1965, dai Fratelli Fabbri Editori, in occasione dei 700 anni dalla nascita di Dante.
Dalle ore 17 presso la Miniera del Morone si è svolta la manifestazione “Miniera grembo e inferno del Mondo”, con letture di alcune parti della Commedia e racconti di Miniera dal libro “Memorie di un Minatore” di Agostino Groppi, che ha 94 anni, vive a Castell’Azzara e ha lavorato alla miniera del Morone per oltre 28 anni. È seguita la lettura drammatizzata del racconto di Primo Levi “Mercurio”. Alcuni ex Minatori hanno poi fatto visitare la miniera, illustrando al numeroso pubblico le varie strutture ancora rimaste e la loro funzione.
Dalle ore 19 si è svolta una visita accompagnata al Castello Medievale Rocca Silvana, collegato alla Miniera del Morone attraverso un sentiero nel bosco.
A partire dalle ore 20.30, nella splendida cornice di Rocca Silvana, complice la luna piena, si è tenuto il concerto della Soprano Cinzia Monari “L’Amore che move il sole e l’altre stelle”, alla presenza di oltre 100 persone, che hanno molto applaudito l’interpretazione della Soprano e il bel programma: tre pezzi dedicati a Beatrice e a Francesca da Rimini e a seguire cinque Arie d’Opera da Tosca, Gianni Schicchi, Boheme, Turandot, Traviata.
Tutte le iniziative hanno riscosso un grande successo e apprezzamento dal pubblico che ha partecipato numeroso e intervenendo attivamente.
Domenica 25 a Castell’Azzara alle ore 10, davanti al Palazzo, ci sono state le letture di Canti della Divina Commedia che hanno visto coinvolti diversi cittadini della nostra comunità e alle ore 11 un laboratorio di lettura sulla poesia medievale “Dante e…gli altri” a cura di Luigi Rosatelli.
Alle 18.30 Luigi Rosatelli ha recitato sulle scale del Palazzo “Fra Gunnella”, adattamento del poemetto che il poeta illetterato Attilio Papalini compose nel 1920 e che recitava a memoria in ottave, soprattutto nelle osterie. Ispirato dalla Commedia, narra di un suo viaggio di un solo giorno nell’oltretomba, dall’Inferno al Paradiso, incontrando e ironizzando sui personaggi del suo mondo.
Alle 19 nella Chiesa Parrocchiale San Nicola di Bari si è tenuto il Concerto “Musica del cuore e dell’anima” del gruppo di musicale, “Ensemble Chelys”. Sono stati eseguiti brani di Diego Ortiz, compositore spagnolo del XVI secolo, di Philippe de Vitry, compositore e poeta francese del 1300, e di J.S. Bach, famoso compositore del 1700. Le musiche sono state intervallate da letture a cura dell’attore Luigi Rosatelli: “Preghiera di San Bernardo”, “Tanto gentile e tanto onesta …”, “O luce eterna”. Lo spettacolo è stato seguito da un pubblico attento e numeroso.
Alle 21 nell’ex Sala Cinematografica, Conferenza con proiezione “Il cielo al tempo di Dante” a cura di Luigi Torlai, astrofilo, operatore all’Osservatorio Astronomico Naturalistico di Casasco (Al). Una conferenza molto interessante sulla concezione dell’astronomia al tempo di Dante e nel periodo precedente, a cui sono seguite le domande della platea che ha mostrato molta curiosità per l’argomento. Luigi Torlai terrà un corso di astronomia che inizierà il 2 agosto presso la sede dell’Ecosistema di Castell’Azzara e a cui seguiranno passeggiate notturne e osservazioni del cielo “a riveder le stelle…”
«È il nostro auspicio – dicono gli organizzatori – dopo un periodo di buio dovuto alla pandemia che la cultura e l’arte facciano rinascere la vita. Un ringraziamento a quanti hanno contribuito a rendere queste tre giornate indimenticabili».