Grosseto

Liceo musicale, la denuncia: «Ci sarà una sola classe prima, alcuni ragazzi rimasti fuori»

polo scolastico bianciardi

GROSSETO – «Stiamo vivendo una situazione imbarazzante nella nostra scuola perché, nonostante ci siano state molte iscrizioni al nostro liceo, in netta controtendenza con il resto della nostra regione, purtroppo l’Ufficio competente ci ha assegnato una sola classe prima e abbiamo dovuto dire alle famiglie che alcuni dei loro figli devono andare in un’altra scuola», a parlare sono gli insegnanti del Liceo Musicale del Polo Bianciardi di Grosseto.

“Il Liceo Musicale è una realtà della città di Grosseto ormai da quasi 10 anni (celebreremo il decennale proprio l’anno prossimo) – proseguono -. Questa scuola è nata un po’ nell’ombra, ma poi, con il lavoro tenace dei suoi insegnanti, ha cominciato a farsi conoscere. I nostri ragazzi hanno portato la loro musica in giro per la città (e non solo, per diversi anni hanno cantato addirittura al Musikverein di Vienna) e sono stati disponibili a partecipare a tutte le occasioni in cui veniva richiesta la loro presenza, celebrazioni ufficiali, manifestazioni, inaugurazioni e chi più ne ha, più ne metta.

All’inizio era faticoso trovare il numero sufficiente di studenti per formare una classe: l’idea che esistesse un liceo che, oltre a preparare gli studenti sulle materie classiche, permettesse loro anche di imparare a suonare uno strumento era una cosa ancora un po’ sconosciuta. Poi però il liceo è cresciuto, abbiamo avuto classi sempre più numerose e quest’anno, per la prima volta, abbiamo avuto un numero di iscrizioni che ci avrebbe permesso di formare due classi prime.

Tutti noi docenti siamo stati felici di questo, e sapete perché? Perché nella nostra scuola i ragazzi stanno bene e fanno una cosa che non si fa nelle altre scuole: fanno musica, cioè esprimono la loro sensibilità, la loro emotività e la loro gioia. Sì, perché fare musica è gioia, e farla insieme agli altri è una gioia indicibile, per chi la fa e per chi l’ascolta.

La cultura musicale dovrebbe essere disponibile per tutti e i nostri ragazzi sono dei privilegiati in questo, perché sono seguiti da un gruppo di insegnanti che li sostiene sempre e che li aiuta a crescere.

E allora cosa c’è che non va? C’è che non sarà possibile fare due classi prime, perché l’Ufficio Scolastico Regionale non ce le ha concesse.

Quando lo abbiamo saputo per noi tutti è stata una doccia fredda. Soprattutto ci siamo chiesti perché. Fino all’anno scorso c’era nella circolare del Ministero una clausola che diceva che poteva essere attivata una sola classe prima, mentre nella circolare ministeriale per l’anno scolastico 2021-2022 questa clausola non c’è da nessuna parte (rimane invece per altri indirizzi, come ad esempio il Liceo sportivo). Quindi non avevamo nessun motivo di pensare che, a fronte di un alto numero di iscrizioni, non ci venisse permesso di fare due classi.

È da novembre 2020 che noi docenti ci siamo impegnati nell’orientamento del Liceo Musicale ed abbiamo dato vita a una serie di iniziative di promozione, avviando proficue collaborazioni laboratoriali con gli studenti e docenti delle classi prime, seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado. Nonostante le restrizioni dovute all’emergenza da Covid 19, sono stati organizzati una serie di eventi in diretta streaming e prodotti video diffusi sui social in relazione alle attività musicali degli studenti del Liceo.

E’ stato addirittura attivato un corso propedeutico online per dare la possibilità ai nuovi studenti di avere una base omogenea di conoscenze da cui partire l’anno prossimo, e a questi corsi tutti gli iscritti hanno partecipato con entusiasmo, felici di conoscere, anche se solo virtualmente, i nuovi compagni e i nuovi insegnanti.

Altrettanto impegno è stato profuso per confermare le iniziative di promozione della cultura musicale con riferimento al Progetto Regionale Toscana Musica e del Piano di miglioramento interno all’Istituto stesso. Questo fervore è stato premiato da un numero di iscrizioni e idoneità per l’anno scolastico 2021-22 di 34 studenti di cui due DVA, numeri per noi in netto aumento e, soprattutto, in controtendenza con gli esiti nazionali e regionali.

Si capisce quindi lo sconcerto, la delusione, la frustrazione di tutti quando, alla determinazione dell’organico di diritto, ci siamo visti assegnare una sola classe prima anziché le due richieste, consapevoli anche che in altre province della Toscana non è stato possibile avviare un numero di classi prime uguale allo scorso anno e che ciò poteva essere compensato assegnandone due al nostro liceo.

In questo anno e mezzo di pandemia le scuole, tutte, hanno fatto i salti mortali per rispettare le regole, adattando gli orari a seconda delle necessità che venivano fuori di giorno in giorno, si sono dotate di sistemi di igienizzazione e di distanziamento ed hanno adottato tutte le iniziative possibili per permettere agli studenti di fare scuola nel miglior modo possibile, fornendo aiuti e sussidi a chi non se li poteva permettere.

Si sente tanto parlare di evitare le “classi pollaio”, cioè quella classi numerose in cui non c’è fisicamente lo spazio per mantenere le distanze di sicurezza e che sono quindi potenziali serbatoi di diffusione di malattie, non solo covid. Il tanto decantato PNRR comunicato dal Ministro sembra proprio che dica questo, e poi alla nostra scuola vengono concesse classi prime di 28 studenti (sì, perché non è solo un problema del Liceo Musicale, ma anche di altri indirizzi), quando non ci sono fisicamente gli spazi per poter ospitare così tanti studenti rispettando le norme di sicurezza.

E oltre alla sicurezza sanitaria, lo sappiamo tutti cosa significa per un ragazzo di 14 anni essere in una classe di 18 persone invece che in una di 28. Ricordiamoci sempre che i primi due anni della scuola superiore sono anni di scuola dell’obbligo, davvero vogliamo che i nostri ragazzi stiano ammassati come animali in un allevamento intensivo?

Per favore, è solo demagogia, non prendeteci in giro. Tante belle parole sulla scuola, sui ragazzi che sono il nostro futuro e bla, bla bla, ma poi, alla luce dei fatti, la scuola ha dovuto chiamare le famiglie e dire loro “ci scusi, suo figlio deve andare in un’altra scuola, perché noi possiamo fare una sola prima e non c’è posto”. Mi sembra abbastanza chiaro che si sia trattato di qualcosa di estremamente imbarazzante.

La nostra dirigente, Daniela Giovannini, ha tentato in tutti i modi di trovare una soluzione, spiegando puntualmente tutti i danni che questa decisione poteva arrecare, ma non ha trovato nessuna disponibilità, o meglio, ha trovato l’appoggio dell’Ufficio Scolastico Provinciale, ma non quello dell’Ufficio Regionale, cui spetta la decisione definitiva.

Abbiamo smosso anche le istituzioni, dapprima la Regione, poi il presidente della Provincia, nonché sindaco di Grosseto, il quale ha contattato l’Ufficio Scolastico Regionale e al quale, dopo un “le faremo sapere” non è stato fatto sapere proprio un bel niente.

E anche questa è una cosa che ci disturba, come insegnanti certo, ma soprattutto come cittadini: quando si fa una richiesta scritta ad un ente pubblico, non si dovrebbe avere diritto ad una risposta altrettanto scritta? Il problema è stato segnalato più volte dalla scuola agli organi competenti, sono state scritte lettere, tutte regolarmente protocollate, ma, a parte la comunicazione dell’organico di diritto, che ci assegna una sola classe prima, non è mai pervenuta una sola riga di risposta alle nostre richieste che ci comunicasse e ci spiegasse le motivazioni della decisione.

Questa situazione comporterà disagi per gli studenti e per noi insegnanti e influirà, temiamo, negativamente sulle iscrizioni dell’anno ancora successivo. Noi tutti che andiamo nelle scuole medie a promuovere iniziative che portino i ragazzi ad iscriversi al nostro liceo d’ora in poi lo faremo con cautela, perché, francamente, dover dire a un bambino di 13/14 anni che ha scelto di venire nella nostra scuola perché gli piace suonare e cantare “mi dispiace, tesoro, non c’è posto per te, vai da un’altra parte” è una cosa che ci fa ribrezzo», concludono i professori.

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