MASSA MARITTIMA – “Che dire, dopo giornate come oggi, ora che sono a casa inizia ad arrivare la stanchezza, oggi più mentale che fisica visto che incatenato qualcuno di noi c’è stato poco. Personalmente ho passato quasi tutta la mattina da un salone ad un altro della regione a parlare a spiegare il perché della nostra protesta”.
Così il commento di uno dei partecipanti, e questa è la sintesi di una giornata intensa dove Massa Marittima era presente, rappresentata da Tavolo della Salute, dalla Lista Civica Massa Comune e dal Pci delle Colline Metallifere, alla manifestazione del 12 maggio a Firenze davanti al palazzo del Consiglio regionale in via Cavour per protestare contro ai tagli ai piccoli ospedali.
“Non dobbiamo fermarci e non ci fermeremo – proseguono i manifestanti maremmani -, continueremo nella nostra battaglia per cercare di non privare il nostro comprensorio di quei servizi fondamentali che fanno riferimento all’ospedale e al territorio perché significherebbe impoverire anche l’occupazione e tamponare quel decremento demografico che viene alimentato anche dalla mancanza di servizi primari come sanità, scuola, sociale.
Siamo stati ricevuti praticamente da tutte le forze politiche consiliari, da moltissimi consiglieri dei quali non è possibile citare nomi per evitare di dimenticarne qualcuno, e abbiamo ribadito le problematiche sulla sanità manifestando la volontà di chiedere un’audizione dove rappresentarle e avanzare anche proposte di rilancio.
Siamo stati ascoltati, in ordine cronologico, da Donatella Spadi, vicepresidente delle aree interne, da Enrico Sostegni, presidente commissione sanità, e Marco Niccolai, presidente commissione aree interne.
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È venuta con noi, ascoltando le nostre ragioni e impegnandosi a rappresentarle, Irene Galletti del Movimento 5 Stelle. Si sono susseguiti rappresentanti di Italia Viva, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia.
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Il rappresentante di Italia Viva ci ha ricevuto ed ascoltato facendosi carico di portarle in commissione e in sede consiliare.
Praticamente quasi tutti i rappresentanti del centro destra, guidato da Andrea Ulmi, ci hanno ricevuto nella loro sala a cui ha fatto seguito un lungo dibattito con l’impegno di lavorare per dare risposte ed invertire la tendenza all’abbandono dei piccoli presidi e delle zone più deboli.
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Sono state rimarcate le criticità presenti nell’area chirurgica da molto prima del covid in carenza di personale. Oggi sono rimasti solo tre chirurghi e l’attività di urgenza è stata sospesa nel fine settimana. Così si dica per i cardiologi, per la pneumologia, per radiologi e anestesisti.
Il territorio invece non ha più medici di famiglia e pediatri che si alternano passando da un comune all’altro mentre i servizi di specialistica, come la neuropsichiatria, sono con liste di attesa di 180 giorni e sul fronte delle Case della Salute, quanto promesso dal 2014, rimane inattuato.
Ci aspetta ancora un lavoro impegnativo sul quale auspichiamo una maggiore sensibilità e partecipazione a livello locale. Ci rendiamo conto che la partita non è facile, ma rimanere in silenzio, non uscire allo scoperto, rimanere fermi, significa dare carta bianca a chi ha progetti che penalizzano il territorio che potrebbero privare Massa e tutto il comprensorio di servizi fondamentali come quelli sanitari”, concludono.
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