Cronaca

Il grido di rabbia e di dolore dei ristoratori: «Ora basta, vogliamo riaprire subito». FOTO e VIDEO fotogallery video

GROSSETO - «Riaprire subito». Sono queste le due parole d'ordine dei ristoratori maremmani che stamattina si sono ritrovati in piazza Dante per l'ennesima protesta pacifica, ma rumorosa. Un'iniziativa per far ascoltare ancora una volta la propria voce e ribadire al Governo che non è più possibile andare avanti con le chiusure.

«Vogliamo lavorare - hanno gridato in tanti stamattina - non ce la facciamo più». Un grido forte di dolore, ma anche di rabbia perché come hanno detto i ristoratori «non vogliamo più essere il capro espiatorio della pandemia e non vogliamo più essere considerati untori».

«Quello che vogliamo è poter lavorare in sicurezza. Da mesi in queste condizioni non siamo più in grado di pagare bollette e affitti. Noi siamo sempre stati aziende sane e adesso lo Stato otre a chiuderci vuole farci anche fallire. Non crediamo nemmeno più alla storia dei ristori e dei sostegni perché ormai abbiamo capito che i soldi non ci sono e non arriveranno».

L'imperativo insomma è riaprire, ma non tra un mese e ancora peggio a giugno. Riaprire già nei prossimi giorni, già prima della fine di aprile. Uno snodo centrale della protesta tra l'altro sarà la manifestazione convocata a Roma per il prossimo 13 aprile. Sarà quello un altro momento, giurano tutti, molto partecipato per far sentire voce e forza alla politica e in particolare al Governo.

Insieme a slogan e striscioni anche una sorta di installazione composta da un filo con appese mutande dai colori corrispondenti alle zone di contenimento, rosse e arancioni, e un cartello con la scritta "L'Italia a colori ci ha lasciato in mutande, #orabasta".

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Alla manifestazione ha aderito anche la Confartigianato che ha fatto proprie le rivendicazioni dei ristoratori. Presente anche il presidente Giovanni Lamioni che intervenendo durante l'iniziativa ha ribadito che «in questo momento serve riaprire subito». Solidarietà alla categoria anche da parte del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna che ha annunciato di portare la questione delle riaperture anche in seno all'Anci, l'associazione dei comuni italiani, e come presidente della Provincia anche all'Upi, l'unione delle province italiane.

Dal mondo della politica è stata espressa vicinanza al comparto della ristorazione da Fratelli d'Italia. «Anche stamattina, e non è la prima volta che accade, - dicono Fabrizio Rossi, coordinatore regionale, Bruno Ceccherini, responsabile provinciale e Luca Minucci, Mario Pellegrini e Guendalina Amati, in rappresentanza di tutte le strutture territoriali comunali di Fratelli d’Italia – che, ristoratori, ma assieme a loro anche tantissime altre categorie di commercianti e imprese, sono scesi in piazza a Grosseto per lanciare l'ennesimo grido di allarme, per tornare a riaprire le proprie attività e tornare a lavorare»

Alla manifestazione era presente anche Gino Tornusciolo (Lega). «Il problema di queste categorie - afferma Tornusciolo - è un problema di tutti i cittadini italiani nessuno escluso, nessuno può voltarsi dall’altra parte facendo finta di nulla, soprattutto i dipendenti statali, di cui anche io faccio parte. Per questo voglio rivolgermi a tutti i dipendenti del comparto pubblico facendo loro un appello importantissimo: scendiamo in piazza con i nostri ristoratori, con le nostre estetiste, con i parrucchieri e con chi è in difficoltà in questo momento, loro hanno bisogno di risposte concrete e noi abbiamo il dovere di far sentire forte il loro grido di rabbia per le ingiustizie ricevute e supportarli e sostenerli nelle loro manifestazioni! Io da uomo libero mi schiero al loro fianco” - Conclude Tornusciolo” - “Mi schiero con loro perché è giusto farlo e spero in tanti facciano la mia stessa scelta.”

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