FOLLONICA – Un giro di prostituzione che riguardava transessuali e prostitute a Follonica e Grosseto. A gestirlo una coppia, marito e moglie, che si era anche divisa il territorio. L’attività non si era mai fermata, neppure durante il lockdown. Un’indagine che è andata avanti due anni sino a questa mattina, quando è scattato il blitz.
leggi anche
Nelle prime ore di stamattina i militari della Compagnia Carabinieri di Follonica hanno dato esecuzione a tre misure cautelari, emesse dal Gip di Grosseto, a carico di tre persone. Due le misure cautelari in carcere, una agli arresti domiciliari, giunte al termine di un’intensa attività svolta per circa un anno e mezzo dai Carabinieri di Follonica, coordinati dalla Procura di Grosseto.
Le indagini, che hanno avuto inizio nel novembre 2018, riguardano un giro di prostituzione gestito da una donna del posto con l’appoggio del marito. La coppia dava in uso alcuni immobili di proprietà a transessuali sudamericani e donne per l’esercizio della prostituzione, e si adoperava anche per trovare altre sistemazioni presso terzi soggetti laddove loro stessi non ne avevano.
Il terzo indagato operava invece su Grosseto collocando le persone che si prostituivano e riscuotendo le somme convenute.
Numerose le attività tecniche condotte, i servizi di osservazione e le dichiarazioni testimoniali raccolte; tra queste si sono rivelate molto preziose quelle fornite da alcuni transessuali, che avevano confermato il ruolo dei due coniugi specificando anche che la “retta” settimanale stabilita per l’uso degli immobili era di 350 Euro. Un’attività illecita, quindi, molto redditizia per la coppia indagata, considerato che in un medesimo immobile spesso esercitavano contemporaneamente più trans.
L’indagine ha anche fatto emergere come nel tempo gli indagati fossero giunti ad una vera e propria spartizione del territorio, la prima gestendo gli affari su Follonica ed il secondo quelli su Grosseto.
Le prestazioni trovavano anche visibilità tramite annunci locali e sono andate avanti nonostante il periodo del primo lockdown della primavera dello scorso anno.
Ulteriore conferma del quadro probatorio è giunta poi da un sequestro, operato dalla Guardia di Finanza di Follonica nel contesto di una attività di contrasto alla pirateria audiovisiva ma affine all’attività svolta dall’Arma, di materiale audio-video presso l’esercizio commerciale della coppia. E’ così emerso che alcuni locali sfruttati per il meretricio erano dotati di telecamere che avevano così filmato le prestazioni sessuali svoltesi nel tempo all’interno.
commenta