Dal consiglio regionale

Sanità territoriale, Ulmi: «Il Pd ha cambiato rotta e si avvicina alle nostre posizioni»

Andrea Ulmi
Andrea Ulmi

FIRENZE – “Siamo preoccupati dai dati forniti dall’assessore Simone Bezzini nel rispondere ad una mia interrogazione sulla carenza di medici di medicina generale che, nei prossimi mesi, lasceranno l’incarico in Toscana, ma soddisfatto anche per il cambio di rotta del Pd sulla medicina territoriale evidenziata nella mozione approvata all’unanimità e collegata all’interrogazione”.

Così il consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi, vicepresidente dalla Commissione Sanità e Politiche Sociali, commenta le parole dell’assessore alla sanità Simone Bezzini e l’approvazione della successiva mozione.

“Se l’assessore Bezzini ha confermato che ci sono problemi collegati alla normativa nazionale sull’accesso agli studi in medicina – afferma Ulmi- dall’altro lato preoccupa il fatto che in Toscana ancora sono da coprire oltre 120 posti vacanti e che, nei prossimi mesi, saranno 149 i medici di base che lasceranno l’incarico per sopraggiunti limiti di età, di cui 36 nella Asl Toscana Sud-Est con cinque che operano in aree disagiate, 45 nella Nord-Ovest, qui con cinque operanti in aree marginali, e 68 nella Centro, con 3 attivi in aree disagiate”.

Ulmi sostiene la necessità di sburocratizzare il sistema di svolgimento delle attività. “Oggi – afferma Ulmi- la legge impedisce a chi si iscrive alla specializzazione di poter proseguire nell’incarico temporaneo di medicina di base. Credo che giovani che arrivano dopo la laurea, che sono entusiasti e vogliosi di fare esperienza, dovrebbero essere ammessi a questa doppia attività”.

Nella mozione del Pd Ulmi vede un cambio di rotta da parte della maggioranza rispetto al passato. “L’ho detto prima e l’ho ripetuto in aula – afferma il consigliere della Lega-. Non posso che essere soddisfatto di questa nuova visione del Partito Democratico che viene sulle posizioni che noi della Lega abbiamo sempre sostenuto e che va in contrasto con la riforma proposta dalla maggioranza nella scorsa legislatura. Un po’ l’emergenza Covid, un po’ le ultime criticità, hanno evidenziato quanto siano importanti quei piccoli ospedali che si vorrebbe depotenziare, quanto sia determinante la medicina territoriale che deve essere un filtro per non ingolfare i pronto soccorso, quella ramificazione che passi per i medici di base o rendendo effettiva l’operatività di quelle case della salute che non sono mai partite”.

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“Per questo noi abbiamo votato convintamente a favore della mozione proposta dai consiglieri del Partito Democratico costretti, per non rimanere spiazzati dall’interrogazione sullo stesso argomento che io avevo protocollato ben due settimane prima, e che, lo ammettano o no, ne testimonia un cambio di rotta”, conclude il consigliere leghista.

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