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Per aprire un’autocarrozzeria occorrono, in media, 86 adempimenti e una spesa di quasi 20mila euro

La burocrazia rappresenta ancora una difficoltà per gli aspiranti artigiani: lo sottolinea lo studio “Comune che vai, burocrazia che trovi” del centro studi Cna.

Davide Pecci

GROSSETO – Si devono portare a termine 86 adempimenti, con una spesa di circa 19mila euro, per aprire un’attività di autoriparazione. Lo svela l’indagine condotta dal centro studi Cna “Comune che vai, burocrazia che trovi”, che mette a confronto gli adempimenti richiesti in diverse città capoluogo italiane, per capire quali sono i compiti – e i denari  che servono per poter avviare un’attività artigianale.

“Da tempo la nostra associazione si batte perché la pubblica amministrazione semplifichi procedure e procedimenti a carico delle imprese  – spiega Davide Pecci, responsabile sindacale per i servizi alla comunità di Cna Grosseto  – . Si tratta di impegni che portano via tempo al lavoro e che hanno spesso costi ingenti, che sono difficili da sostenere soprattutto in questo momento di grave crisi che stiamo vivendo”.

Le attività di autoriparazione, quindi, sono quelle più complicate da avviare, seguite da quelle di falegnameria: un aspirante  falegname, infatti, deve affrontare in medi 78 adempimenti, spendendo circa 19.700 euro per le pratiche A seguire ci sono le gelaterie, con 73 pratiche, e i bar, con 71. Se la passano meglio gli aspiranti acconciatori con 65 pratiche da sbrigare presso 26 enti diversi e un onere di 17.500 euro.

“Di recente la nostra vice presidente Stefania Milo ha rappresentato questo problema di fronte alla Commissione parlamentare per la semplificazione perché è necessario avviare una riforma per rendere più snello e razionalizzare l’apparato burocratico”. Sono molti gli strumenti da rivedere come l’Autorizzazione unica ambientale o il Suap. “Oggi più che mai, a causa della pandemia  – conclude il direttore di Cna Grosseto Anna Rita Bramerini –, il Governo deve mettere al centro dell’agenda politica una riforma vera della pubblica amministrazione, che la renda più efficiente e che, attraverso l’interoperabilità delle banche dati, eviti alle imprese inutili adempimenti burocratici che rappresentano per queste un costo diretto e indiretto. Semplificare la vita alle imprese, soprattutto a quelle piccole, significa ridurre i loro costi, ma anche quelli della pubblica amministrazione, sia per quanto riguarda l’attività autorizzativa, sia per quella di controllo”.

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