Grosseto

Caso Confartigianato, M5s: «Pessima icona del trasformismo ad personam portato all’estremo»

"Un’associazione di categoria deve scrollarsi di dosso quella connotazione politica di parte ed assumere sempre più un atteggiamento improntato al fare e non all’essere"

Movimento 5 Stelle 2018 - bandiera

GROSSETO – “Il caso Confartigianato Grosseto, prima organizzazione sindacale a schierarsi politicamente, addirittura attraverso una deliberazione del consiglio direttivo, è un’occasione per aprire una riflessione su cosa sono diventate le associazioni di categoria e quali prospettive hanno dinnanzi, per non perdere l’occasione di una profonda riforma organica e funzionale”, scrive, in una nota, il Movimento 5 stelle di Grosseto.

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“Il caso della Confartigianato Grosseto è possibile definirlo una pessima icona del trasformismo ad personam portato all’estremo – prosegue il M5s -, ma che lascia comunque traccia nel mondo delle associazioni imprenditoriali. Vediamo perché.

Gli elementi statutari di queste organizzazioni sono notoriamente improntati a principi nobili, difficilmente contestabili nella forma, ma nella sostanza lasciano a volte le porte aperte ad interpretazioni e comportamenti non altrettanto nobili e molto discutibili. Ed è su questi elementi che si costruisce la difesa di una clamorosa e sfacciata decisione, quella di schierare politicamente un’intera associazione di categoria; azione ritenuta legittima in quanto il consiglio direttivo è regolarmente e democraticamente eletto, così come il presidente.

Che poi questi organi decidano di trasformare l’associazione in una bocciofila, o scendere nel campo della politica, oppure dedicarsi alla metafisica, poco importa; semmai alle successive elezioni gli artefici di questi cambiamenti non verranno rieletti. Questa è la tesi difensiva più in voga del momento. E l’oggetto sociale? E gli interessi degli associati? Poco importano.

Ormai si è perso di vista il vero obiettivo da perseguire a causa di una gestione padronale diventata consuetudine per via del mancato ricambio ai vertici, i quali sempre più considerano l’organizzazione un’estensione delle personali disponibilità, evocando addirittura il diritto di successione fondato sulla famiglia.

I vertici di questa associazione, o più correttamente il vertice di questa associazione ha innescato un trasformismo che non conosce ritegno, ma che è la rappresentazione all’ennesima potenza di un problema comunque presente in una parte del mondo sindacale degli imprenditori.

Alcune organizzazioni sono diventate strutture dove, nel peggiore dei casi in cui non c’è un vero presidente, la commistione tra funzionari, direttori, segretari generali, uffici stampa e appunto, falsi presidenti, sono i responsabili di un sistema autoreferenziale e conservatore; un substrato necrotico che detta le agende delle associazioni, comandano e tele guidano la struttura con grande abilità ed esperienza, operando in modo sottile, facendo in modo di far percepire che non sono scelte loro, ma della base.
E invece la politica, la gestione dell’associazione è cosa loro, non degli associati.

Quando dovrebbero prendere posizioni, non lo fanno, magari perché sono mossi da evidenti conflitti di interessi. Viceversa, spesso si sentono chiamati ad esprimersi sui temi più disparati, direttamente o per bocca altrui, che di fatto non hanno nulla a che vedere con l’oggetto sociale dell’organizzazione. Ed è così che il povero associato ha pagato la tessera e si ritrova, a sua insaputa, a fare politica od immischiato in fatti che non lo riguardano.

Fortunatamente, la gran parte delle organizzazioni hanno sempre mantenuto fede al proprio oggetto sociale o stanno invertendo la rotta riformando i propri modelli organizzativi, ripensando i propri strumenti statutari, ma soprattutto concentrandosi ancor di più sui veri problemi che affliggono le imprese.

Un’associazione di categoria deve scrollarsi di dosso quella connotazione politica di parte ed assumere sempre più un atteggiamento improntato al fare e non all’essere. Esattamente il contrario di quel che ha fatto Confartigianato Grosseto. Esattamente quello che stanno facendo per fortuna molte associazioni con le quali il futuro governo cittadino, alternativo all’attuale amministrazione, troverà un’importante sinergia per indirizzare finalmente questo territorio verso un futuro più roseo, più ricco, più giusto.

Un futuro libero dai vecchi condizionamenti di partito che non vuole più nessuno, tranne che i nostalgici conservatori del centrodestra grossetano”, concludono i cinque stelle.

 

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