Il caso

Vicenda Coeso, il forum Cittadini del Mondo: «Il territorio è abbandonato a se stesso»

Riunione Coeso 2020

GROSSETO – “In Maremma, in questi giorni, sta tenendo banco la vicenda drammaticamente grottesca del Coeso, la Società della salute della Provincia di Grosseto (esclusa la zona di Orbetello), che sta mettendo in grossa difficoltà le persone disabili anziani e fragili che quotidianamente si rivolgono ai servizi territoriali. Brevemente i fatti: circa 15 anni fa la Regione Toscana decise di accorpare i servizi socio sanitari nelle cosiddette “Società della salute ,”enti pubblici gestiti dai Comuni e compartecipate dalle Asl che dovevano riunificare e gestire tutte le problematiche assistenziali di tipo sociale e sanitario, che si presentano sul territorio, ponendosi anche come valido strumento di raccordo con i servizi ospedalieri, gestiti dalle Asl”. Inizia così una lunga riflessione di Francesco Bonuccelli, coordinatore del Forum Cittadini del Mondo

“Le Società della salute – scrive – vedevano la partecipazione di tutti i rappresentanti dei Comuni della Zona sociosanitari ed erano presiedute da un Sindaco (o suo delegato) scelto fra tutti i Sindaci della zona. L’approccio era decisamente innovativo e si poneva il fine di porre attenzione anche alle problematiche territoriali, spesso ingiustamente trascurate di fronte alle tematiche ospedaliere. Anche nella nostra zona si costituivano 3 società della salute (Amiata, Colline Metallifere, e Zona Grossetana) con la sola eccezione di Orbetello, che preferiva non sperimentare tale soluzione. Le cose sono andate bene per circa 10 anni, quando, all’incirca 4 anni fa, su sollecitazione della Regione Toscana, si decise di unificare le 3 società della salute in un unico organismo,  riunisce in sé le diverse società della salute della provincia, sempre con l’esclusione di orbetello, che decideva di non entrare in questo nuovo ente, chiamato Coeso (Consorzio Erogazione Servizi sociali) denominazione che in origine contraddistingueva solo la Società della salute della Zona Grossetana”.

“Era evidente – secondo Bonuccelli – che un organismo così esteso da un punto di vista territoriale (da Santa Fiora a Scarlino, da Montieri a Grosseto)sarebbe andato incontro a notevoli difficoltà operative e gestionali. Infatti, non solo aumentavano a dismisura le distanze tra gli operatori in prima linea nella gestione dei servizi e i decisori racchiusi nelle “stanze del potere “, ma soprattutto, aumentando il numero dei Sindaci e dei politici coinvolti, aumentavano gli “appetiti” e la voglia di protagonismo dei singoli componenti. Si decideva per una presidenza “a rotazione “fra i singoli territori, per cui veniva eletto come primo presidente Giacomo Termine, Sindaco di Monterotondo, che, allo scadere dei 2 anni di tempo indicati, avrebbe dovuto lasciare il posto ad un rappresentante della Zona Grossetana. Allo scadere dei 2 anni il mandato veniva prorogato di altri 2 mesi per l’emergenza Covid, ma poi, circa 6 mesi fa, si poneva il problema del passaggio di consegne a Grosseto”.

“Il sindaco di Grosseto, Comune che ha il peso percentualmente maggiore – ricorda – indicava se stesso come unico candidato alla successione di Termine, ma questa scelta non era accettata dai sindaci di centrosinistra, che, essendo in numero maggiore, possono “bloccare”le scelte di Grosseto, anche se non hanno il “peso” percentuale per imporre un proprio candidato. La vicenda si trascinava per mesi, con scambio di accuse ed insulti reciproci fra Termine e  Vivarelli Colonna, che faceva anche ricorso al Tar per sbloccare la situazione. Ma il Tar ,pochi giorni fa, ha pubblicato una sentenza in cui si dichiara che non ha nessun potere per intervenire, che l’accordo per la “rotazione “fra le varie zone e solo una scrittura privata che non ha nessun valore giuridico, anche perché mancante della firma elettronica dei vari sottoscrittori, il che lo rende, da un punto di vista legale, solo un” pezzo di carta “che si può tranquillamente stracciare”.

“Tutta questa lunga (e noiosa) cronistoria – ammette Bonuccelli – per arrivare al punto in cui siamo oggi, con un territorio e le sue esigenze completamente abbandonato a se stesso, con anziani che non ricevono le agevolazioni a cui hanno diritto, disabili che non possono fare le terapie indispensabili per mantenere un livello accettabile di autonomia, famiglie a cui vengono negati i contributi economici. Si dice spesso, a livello nazionale, che “la politica è ormai fallita, ma mi pare che ,anche a livello locale, la politica, tutta, non sappia fare altro che badare ai propri privilegi, infischiandosene allegramente (si può dire?)dei bisogni e delle esigenze delle persone più deboli, fragili ed indifese. Va dato atto al sindaco di Massa Marittima di aver accettato di gestire la presidenza pro tempore, per evitare che la situazione, da gravissima, diventasse “esplosiva”. Solo die brevi considerazioni per concludere: con il Recovery Plan arriveranno anche nella nostra zona finanziamenti per le attività socio sanitari, si stima circa 25 milioni nei prossimi 3 anni, ed è evidente che questo presuppone istituzioni funzionanti e politici all’altezza; ed inoltre, in un territorio marginale come il nostro, è importante mantenere e rafforzare i servizi territoriali: si stima che nei prossimi anni andranno in pensione molti medici di famiglia, che, ad oggi, non si sa se verranno sostituiti, e questo potrebbe indebolire ancora di più la rete dei servizi territoriali”.

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