Grosseto

Lavoratrice reintegrata dopo il licenziamento. La Cgil: «Riconosciuti i suoi diritti»

Manifestazione antifascista Anpi 8 settembre 2018 Cgil

GROSSETO – La Flai Cgil di Grosseto ha ottenuto un risultato importante, che è anche un simbolo. “Portando il reintegro al lavoro di Wafaa Zhari – scrive Flai Cgil – nel caseificio che l’aveva ingiustamente licenziata. Grazie a un accordo extragiudiziale che ha evitato alla lavoratrice il contenzioso legale”.

«La lavoratrice – spiega Pierpaolo Micci, segretario della Flai Cgil maremmana – era stata licenziata lo scorso giugno a conclusione del periodo di apprendistato, con la motivazione che non era in grado di svolgere il proprio compito nel reparto di “toelettatura e vestizione del prodotto” (così recita il contratto). Anche se nel periodo di apprendistato svolgeva la mansione sia di caporeparto che di istruttrice degli altri apprendisti. Dopo mesi di trattativa siamo giunti al suo reintegro facendo valere le nostre ragioni per il comportamento vessatorio e discriminatorio che la ragazza aveva subito. Un accordo extragiudiziale che le risparmia il contenzioso legale e ne riconosce i diritti, con un’anzianità riconosciuta di cinque anni. Motivo di grande soddisfazione perché sancisce principi sacrosanti di una lavoratrice che ha sempre operato con coscienza, e costituisce un punto fermo rispetto a discriminazioni che in alcuni casi hanno sconfinato in atteggiamenti xenofobi da parte del direttore di stabilimento».

Wafaa, trentadue anni, sposata con tre figlie, è di origini marocchine e vive in Italia dal 1994. Residente a Sasso Pisano, lavorava al caseificio San Martino di Monterotondo Marittimo, gestito da Massimiliano Busti. Dell’omonima famiglia proprietaria di un grosso caseificio ad Acciaiolo di Fauglia.

«Lunedì tornerò al lavoro nel reparto di “tinteggiatura” delle forme – spiega Wafaa Zahiri – e sono davvero contenta, perché ho una famiglia con tre bambine. Devo ringraziare la Cgil e soprattutto Pierpaolo Micci, che è sempre stato paziente ed educato, senza i quali non credo ce l’avrei fatta. Questa brutta storia è alle spalle oramai, anche nei suoi risvolti razzisti con le battute che mi venivano rivolte sulla superiorità della “razza” bianca. Vivo in Italia da quando avevo quattro anni, non ho mai avuto difficoltà e non mi sono mai sentita straniera. È stata la prima volta che mi è successo».

«Per Wafaa abbiamo concordato con l’azienda un part-time di 24 ore su due turni, ai sensi del Contratto collettivo di “alimentari e panificatori artigianali”. Devo ringraziare il nostro ufficio vertenze e il sistema dei servizi della Cgil per l’efficacia con cui lavorano. All’azienda, invece, con la quale ci sono stati problemi di relazioni sindacali più estesi, vorrei arrivasse un messaggio chiaro. Se c’è disponibilità ad affrontare i problemi in modo costruttivo – conclude Micci – la Cgil non si tira indietro. Noi tuteliamo chi lavora, non ci interessano le battaglie di semplice testimonianza. Vogliamo portare a casa i risultati nel rispetto reciproco».

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