Lavoro

Sindaco Ferrari: «Il giudice ha respinto le richieste di Termine: il periodo di prova non è concluso»

Francesco Ferrari

PIOMBINO – «Dopo la lettura della sentenza sono soddisfatto: è un provvedimento che non riconosce le ragioni invocate da Termine obbligandolo, addirittura, a pagarsi le spese legali» ad affermarlo Francesco Ferrari, sindaco di Piombino, che commenta così la sentenza in merito alla causa di lavoro intentata da Giacomo Termine dopo il suo licenziamento dal comune di Piombino.

leggi anche
Giacomo Termine
Lavoro
Licenziamento illegittimo, il giudice dà ragione a Termine: «Il Comune lo riammetta a lavoro»

«Le domande di Termine sono state tutte respinte dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Livorno: Termine aveva chiesto che il Giudice lo dichiarasse dipendente del Comune di Piombino a tempo indeterminato. Alla base della domanda sosteneva che il Comune aveva comunicato il recesso tardivamente, abbondantemente dopo la conclusione del periodo di prova. Ma soprattutto, aveva chiesto al Tribunale che quel recesso fosse dichiarato illegittimo e discriminatorio».

leggi anche
Giacomo Termine
Lavoro
Termine: «Non dovevo essere licenziato. Il sindaco di Piombino ammetta il suo errore»

«Il Tribunale, invece, ha stabilito che il periodo di prova non si era ancora concluso – prosegue Ferrari -, vista la scarsissima presenza del dipendente negli uffici comunali; pertanto, Termine potrà, se vorrà, riprendere il periodo di prova a Piombino, all’esito del quale il datore di lavoro, ovvero il Comune, potrà decidere se assumerlo oppure no».

leggi anche
Manifestazione antifascista Anpi 8 settembre 2018 Cgil
Il commento
Caso Termine, la Cgil esulta: «Scivolone da parte del Comune di centrodestra»

«A lui la scelta se abbandonare il posto a Gavorrano, dove era nel frattempo tornato come dipendente, e proseguire la prova che la legge prevede al fine di consentire al datore di lavoro di valutare l’operato del lavoratore e dunque decidere di assumerlo o meno. Il Tribunale del Lavoro ha dimostrato quell’equilibro che è mancato a Giacomo Termine quando, dimenticando che un lavoratore deve frequentare il posto di lavoro, ha approfittato delle possibilità date dalla legge timbrando il cartellino solo una manciata di giorni in più di un anno. Il Tribunale del Lavoro ha giudicato Termine come dipendente, come ha fatto il Comune di Piombino all’epoca, e non come segretario di un partito. Perché è questo il ruolo di Termine a Piombino: il dipendente, al pari degli altri circa 200 che ogni giorno mandano avanti la macchina comunale».

leggi anche
Giacomo Termine
Piombino
Caso Termine, l’opposizione: «A pagare le scelte sbagliate del sindaco sono i piombinesi»
claudio renzetti 2015
Cgil
Caso Termine, Renzetti contro Ferrari: «Si tratta di diritti del lavoro non di lotta politica»
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI