Grosseto

Odio sui social, l’appello della Commissione Pari opportunità: «Istituzioni promuovano la cultura del rispetto»

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GROSSETO – “In più occasioni la Commissione provinciale Pari opportunità di Grosseto, traendo spunto dalle notizie di donne bersaglio di violenti insulti sui social, ha affrontato il tema del linguaggio violento spesso indirizzato nei confronti di donne di tutte le età, disapprovandolo ma nel contempo cercando di comprenderne le motivazioni e proporre soluzioni”.

Scrive, in una nota, Cinzia Gravina, presidente Commissione provinciale Pari opportunità.

“L’avvento dei social – prosegue -, se da una parte ha sicuramente permesso l’interazione tra persone lontane, dall’altra ha favorito l’aumento dell’aggressività verbale e molti sono gli utenti della rete che la usano per attaccare e offendere.

Questo fenomeno, conosciuto da tempo e indicato con il termine hate speech, è oggetto di studi, Raccomandazioni da parte del Consiglio d’Europa, regolamentazioni da parte dell’Agcom e che, di recente, ha dato lo stimolo per la compilazione del Manifesto della comunicazione non ostile, è esploso in maniera impressionante durante il lockdown.

Chiusi in casa con il cellulare o il pc e l’accesso ai social e alle varie forme di messaggistica, molti si sono lasciati andare ad offese esplicite o sottintese, all’utilizzo di parole di per sé non offensive ma che in determinati contesti lo diventano, insulti, minacce e aggressioni verbali soprattutto nei confronti delle donne. Il rischio è che leggere continuamente insulti e provocazioni porta pian piano a considerarli normali, ad allargare la cerchia delle persone che utilizzano tale linguaggio, non solo sui social, fino a considerarlo normale, senza alcuna forma di rispetto per chi ne è vittima, vista solo come qualcuno da ridurre a silenzio. Dal linguaggio violento agli atteggiamenti violenti il passo è breve.

Le conseguenze sono gravi e intollerabili: il linguaggio violento calpesta i diritti civili, il rispetto delle diversità, afferma la violenza di genere, è nocivo per tutta la nostra società.

L’auspicio della Commissione – conclude – è che le istituzioni e gli operatori scolastici si attivino concretamente affinché venga promossa la cultura dell’educazione e del rispetto dell’altro e di un corretto utilizzo di ogni mezzo di comunicazione”.

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