Rigenerazione urbana

De Martis: «A Grosseto potrebbero arrivare 15 milioni di euro per comprare il Marraccini. Il Comune si muova»

Marraccini

GROSSETO – «La nostra città ha l’occasione di ottenere fino a 15 milioni di euro dal Governo nazionale per la riqualificazione urbana» a dirlo Carlo De Martis, capogruppo Lista Mascagni sindaco nel Consiglio comunale di Grosseto.

«Potrebbe beneficiarne anche il centro storico, considerato che il decreto ministeriale privilegia la rigenerazione di luoghi identitari e di aree in condizioni di disagio abitativo e socio-economico, descrizione che purtroppo ben si attaglia al ‘salotto buono’ della nostra città. Perché allora non rivalutare l’acquisizione del Marraccini, abbandonato da questa Amministrazione, che potrebbe costituire una straordinaria cerniera tra le Mura e il centro? Ne uscirebbero rivitalizzati il commercio, il turismo, la socialità».

«Però occorre essere solleciti e concreti – prosegue De Martis -. Le risorse sono state stanziate fin dal dicembre dello scorso anno e il Comune dovrà far arrivare le proprie proposte sul tavolo del Ministero tra meno di 120 giorni. Una scadenza che ha iniziato a decorrere dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, intervenuta lo scorso 16 novembre. Peccato che nel Consiglio comunale di lunedì scorso l’assessore all’Urbanistica, Fabrizio Rossi, abbia candidamente ammesso che non se ne era accorto, apprendendolo in diretta dalle opposizioni».

«Non solo: almeno fino all’altro giorno – dopo undici mesi dallo stanziamento delle risorse e tre mesi dalla firma del Decreto ministeriale – dal suo assessorato non era ancora uscito un atto, e ancora oggi tutto tace. Però l’Assessore ha voluto rassicurare la cittadinanza annunciando sulla stampa di aver partecipato ad un webinar sull’argomento».

«La cittadinanza sarebbe maggiormente rassicurata se venisse coinvolta nei processi decisionali, anziché esserne estromessa, come accaduto nell’ultimo Consiglio comunale quando è stata bocciata la mozione con la quale il sottoscritto chiedeva di avviare un processo partecipativo nell’elaborazione di proposte che potrebbero cambiare il volto di una parte della città e delle sue frazioni».

«Rigenerare un bene, un luogo, non è solo tirare su due muri, bensì innescare processi sociali e culturali capaci di ridare vita a quel bene, a quel luogo. Per questo è essenziale raccogliere e mettere a sistema i contributi della cittadinanza, degli ordini professionali, delle associazioni di categoria, del terzo settore» prosegue il consigliere di opposizione.

«D’altronde gli stessi criteri di valutazione previsti dal decreto, se solo si avesse cura di leggerlo, sollecitano i Comuni a favorire la più ampia partecipazione delle comunità, riconoscendo specifici punteggi a quanti si distingueranno per capacità di coordinamento e aggregazione».

«Caro assessore, probabilmente è su questo che dovresti investire il tuo tempo, anziché per intervenire sulla stampa ad accusare il sottoscritto nientemeno di aver proferito la parola ‘bando’ in luogo di ‘Procedure per la presentazione delle proposte, criteri per la valutazione e modalità di erogazione dei finanziamenti per l’attuazione del ‘Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare’ (tale essendo l’intitolazione per esteso del Decreto ministeriale). Be’, questa tua improvvisa puntigliosità, sempre che abbia un senso, potresti rivolgerla al Sindaco, che il 28 ottobre sui social parlava di ‘bando sulla qualità dell’abitare’».

«Meglio ancora se la riservassi al lavoro che sei chiamato a svolgere nell’interesse di tutti noi cittadini, ai quali interessano ben poco le schermaglie tra maggioranza e opposizione, quanto invece riscontri concreti su quanto sta facendo, o dovrebbe fare, questa Amministrazione».

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