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Politica

Gioco d’azzardo: nel 2019 a Gavorrano spesi 3,5 milioni di euro. Scapin: «Piaga sociale da vincere»

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Gioco d’azzardo: nel 2019 a Gavorrano spesi 3,5 milioni di euro. Scapin: «Piaga sociale da vincere»
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GAVORRANO – “Il gioco d’azzardo, nonostante sia lecito poiché non è vietato dalle leggi dello Stato, e la conseguente ludopatia, cioè la patologia, più o meno grave, per la dipendenza da gioco, sono elementi che incidono profondamente sullo stato di salute delle persone, dei loro familiari e sulla tenuta dello stato sociale. Purtroppo, così come riportato dai report pubblicati dal Coeso, i dati relativi al gioco nella nostra provincia e nel nostro comune sono preoccupanti, indicano, infatti, un aumento costante della spesa per questa attività”.

A scriverlo, in una nota, la capogruppo del Movimento Gavorrano bene comune Patrizia Scapin.

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Gioco d’azzardo: nel 2019 in Maremma spesi 241 milioni. Follonica è al primo posto

“Nella provincia di Grosseto – prosegue la nota – siamo passati da 220,7 milioni di euro del 2017 ai 233 milioni del 2018 fino ai 241,5 milioni nell’anno 2019.

Nel comune di Gavorrano nell’anno 2019 sono stati spesi 3,5 milioni di euro per il gioco d’azzardo con un aumento rispetto al 2017 e al 2018 così come avvenuto in generale nel resto della provincia; ripartendo questa cifra sul numero degli abitanti possiamo verificare che è pari a 417 euro per ogni cittadino residente e 482 euro per ogni maggiorenne residente.

La maggior parte della spesa nel nostro comune è stata impiegata per il gioco elle slot che copre il 67% del totale, seguito da lotterie istantanee-gratta e vinci-(17%), lotto (12%), enalotto (3%). Del resto le slot hanno una maggiore diffusione poiché sono presenti in molti esercizi commerciali e quindi accessibili e facili da utilizzare da tante fasce della popolazione.

I dati del nostro comune sono preoccupanti e probabilmente sottostimati poiché molti giocatori si rivolgono all’esterno, a sale gioco collocate nei comuni limitrofi e spesso in aree isolate che possono garantire un maggior anonimato.

È emblematica, infatti, la spesa per il gioco nei comuni di Follonica e soprattutto di Scarlino che nell’anno 2019 hanno registrato una spesa per il gioco assai elevata, le più alte della provincia per cittadino residente e superiori alla spesa pro-capite della Toscana e dell’Italia (1.786 euro Follonica- 1.733 euro Scarlino contro i 1.535 euro della Toscana e i 1.488 dell’intero paese).

Tutto questo per dire quanto sia ampia la diffusione del gioco nel nostro territorio e questa propensione sia pericolosa per le conseguenze che porta al giocatore e alla propria famiglia con pesanti ricadute sul tessuto sociale. Molte famiglie di giocatori si trovano in grave difficoltà economica tanto da dover ricorrere spesso all’assistenza pubblica per il proprio sostentamento.

Fatta questa premessa accogliamo favorevolmente la presentazione del Regolamento comunale ritenendolo un primo passo verso il contrasto del gioco d’azzardo avendo come finalità quella di regolamentare e non favorire la creazione di nuove sale gioco o di incrementare i punti gioco negli esercizi dove già sono presenti.

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Per combattere la ludopatia il Comune approva all’unanimità il Regolamento per il gioco lecito

Del resto Gavorrano è stato un Comune precursore su questa importante tematica. Già nel 2011, in un momento in cui ancora il problema gioco – ludopatia – azzardopatia non era ancora emerso all’attenzione dei cittadini e anche delle istituzioni, il sindaco Massimo Borghi aveva stilato un regolamento apposito per disciplinare l’istallazione dei dispositivi di gioco e contrastare il più possibile questo fenomeno.

Come ho già espresso durante la riunione della Commissione Salute del 2 novembre alcuni punti del regolamento che andremo ad approvare ci lasciano perplessi ad iniziare dal titolo “Regolamento per il gioco lecito”.

È vero che il gioco è lecito perché consentito dalle leggi dello stato ma se l’Amministrazione ha interesse a dare un segnale forte per diminuire la diffusione e la propensione al gioco, anche e soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione, ritengo che il gioco dovesse essere chiamato con il suo nome quello utilizzato anche dal Coeso, cioè gioco d’azzardo.

Un altro punto che voglio ribadire e che ho già espresso nei lavori della Commissione riguarda la possibilità di prevedere incentivi per quegli esercenti virtuosi che scelgono di eliminare il gioco dai loro locali, in particolare le slot o “macchinette”, pur con un danno economico alle loro attività, sarebbe un’azione coraggiosa da parte dell’Amministrazione Comunale prevedere azioni che vanno in questa direzione, quali diminuzioni di una parte delle tasse o altri strumenti simili. In tal modo con un numero inferiore di punti gioco, secondo me, sarebbero ridotte le possibilità di giocare e quindi di entrare nel circolo della dipendenza, soprattutto per chi ancora è nella fase iniziale o è un giocatore sporadico, infine ribadisco la necessità di promuovere l’eliminazione del gioco d’azzardo nelle sue varie forme all’interno dei locali delle associazioni ricreative. Queste sono nate con lo scopo dell’aggregazione e della socializzazione e non con quello dell’alienazione dove il socio, chiuso in una stanzetta appartata, dialoga solo con la macchinetta mangia-soldi con il dramma che ne consegue. Nelle associazioni vanno riportati i libri e i giochi di società, come la tombolata affinché le persone possano giocare e divertirsi in modo sano e socializzante.

Non appena la situazione sanitaria del Paese sarà migliorata come Movimento Gavorrano Bene Comune riprenderemo la nostra battaglia di contrasto al gioco d’azzardo, vera e propria piaga sociale, insieme a Massimo Borghi che già l’aveva avviata quando era sindaco, forse il primo sindaco della Toscana ad iniziare questo percorso, e l’ha continuata con diverse associazioni a livello nazionale.

Abbiamo già in programma alcune iniziative per contrastare il gioco d’azzardo – conclude la nota – e far conoscere ai nostri concittadini quali sono i rischi che comporta in termini di dipendenza, di patologia e di dramma sociale”.

Camilla Ferrandi
14 Novembre 2020 alle 11:49
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