Salute

Infermieri inForma – Convivere e accettare la salute mentale in noi e negli altri

Infermieri Informa

GROSSETO – L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che nel mondo quasi un miliardo di persone convive con un disturbo mentale e che ogni 40 secondi una persona si suicida. Numeri destinati a cambiare radicalmente a causa dell’impatto che la pandemia di Covid-19 sta avendo sulla popolazione di tutto il mondo.

Negli anni ’80 Giancanelli, Giancanelli e Boriosi affermarono: “Tutto il peso della storia della psichiatria lo ritroviamo ancora oggi nelle sue parole” riferendosi allo psichiatra. “Esse – proseguivano – fissano un frammento di realtà umana e lo caricano di significato, il più spesso negativo. Per questo la gente si è abituata a diffidare: sente che le parole della psichiatria possono essere pericolose”.

L’intenzione della legge 180 era di mutare la prospettiva e trovare nuove parole per la psichiatria cercando di spostare l’attenzione dalla malattia alla persona. Andare oltre lo stigma di normale/anormale assunto come valore ed invece riportare imprescindibilmente “il diritto alla salute del cittadino”.

L’Oms definisce nel 2006 la salute mentale come uno “stato di benessere nel quale il singolo è consapevole delle proprie capacità, sa affrontare le normali difficoltà della vita, lavorare in modo utile e produttivo ed è in grado di apportare un contributo alla propria comunità”. Per questo deve perdere la potenza negativa del suo storico e l’aspetto abbandonico concettuale ancora presente con l’idea del manicomio per un inserimento sociale pervasivo negli aspetti della vita comunitaria.

Nel piano d’azione dell’Oms previsto per il periodo 2013 – 2020 riportano come assunto primario del piano la definizione presente nella Costituzione dell’Oms “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o infermità”. In questo piano d’azione ricordano infatti che la salute mentale è legata ad una multifattorialità anche anche sociale ed economica e che può essere legata ad aspetti situazionali.

Sono questi fattori suddetti, imprescindibili nella qualità della vita di ogni persona, che possono portare le persone a manifestare tratti psichiatrici al di là dell’acquisizione di ogni indicatore che determina una diagnosi presente nel Dsm.

L’insorgenza esterna di imprevisti è una perdita del controllo che fa uscire dalla zona di comfort. Chiunque può trovarsi a sperimentare sensazioni e vissuti che si ricollegano ad aspetti psichiatrici.

Nella vita di tutti i giorni si applicano rituali, con similarità all’ossessività, senza neanche farci caso. Quante volte controllate che il gas sia chiuso? Quante volte ricontrollate che la portiera della macchina sia chiusa? Vi è mai capitato di avere una canzone in testa ridondante e pervasiva, un tormentone estivo?(Imi – Involuntary Music Imagery)

Se volessimo esplorare alcuni minime sensazioni della psicosi, ad esempio, bisognerebbe ricordare se è mai capitato di sentirsi chiamare e in realtà non c’era nessuno che ci cercava. Sperimentare l’illusione pareidolitica (riconoscere volti o forme in oggetti casuali, come le nuvole) che in un paziente schizzotipico prende un’accezione di pervasività concreta.

Nelle situazioni più spiacevoli e dolorose è molto frequente sperimentare l’assenza di desideri intrinsechi della vita stessa, come il mangiare. Capita di sperimentare la perdita di interessi e la perdita di scopi. Se consideriamo il lutto di una persona significativa si prova la perdita di parte della propria identità e di ciò che ci appartiene come ormai assodato.

Per questo, la salute mentale deve essere ricordata. Perché è una caratteristica propria della natura mutevole umana e la salute mentale si occupa della sofferenza del vivere

Possiamo aspirare e muoverci per non viverla. Possiamo incapricciarci perché ci spaventa e cercare di allontanarla. Ma conviverci ed accettarla in noi e negli altri, è l’unica opportunità per toglierle il tabù e sentirla non come una debolezza ma come un’opportunità di comprensione, empatia e promuovere così l’integrazione allo scopo di avere interrelazioni di qualità. Creare una dinamicità sociale.

Dobbiamo uscire dal concetto di farmaco come unica cura. Chiaro nelle malattie organiche, se si rompe arto lo riparo. Se viene un’infezione prendo l’antibiotico.

La cura in salute mentale è anche la relazione ed esse servono per mutare nel tempo gli effetti.

Perché l’attenzione a non ferire è la più bella forma di rispetto. E l’affettività la miglior cura.

 

 

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