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Confindustria: «Per rilanciare l’economia tutti i territori della Toscana devono viaggiare alla stessa velocità»

Confindustria

AREZZO – Una road map, tra valutazioni e proposte, per il futuro delle imprese. È stato il tema dell’assemblea annuale di Confindustria Toscana Sud, al Centro fiere e congressi di Arezzo, cui hanno partecipato – insieme con il presidente dell’associazione, Paolo Campinoti, e il presidente nazionale Carlo Bonomi – ospiti prestigiosi come il ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, il direttore generale di Banca d’Italia, Daniele Franco, il neopresidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino.

È intervenuto anche il presidente della delegazione di Grosseto, Francesco Pacini, che ha condiviso la visione espressa da Campinoti. Una posizione che riparte dal documento programmatico presentato da Confindustria Toscana Sud alla vigilia delle elezioni regionali, con dieci obiettivi e trenta azioni possibili per il futuro economico della Toscana.

«Abbiamo voluto ribadire – ha detto Francesco Pacini – l’importanza delle istanze delle imprese, che mai come in questo momento storico rischiano il tutto per tutto. E dalle stesse imprese dipende la tenuta economica e sociale a livello nazionale e comunitario. Noi di Confindustria Toscana Sud in questi anni abbiamo dato un vigoroso esempio di coesione, perché siamo convinti che solo uniti si vince: per questo serve un’unica Toscana, non più una regione con territori costretti a viaggiare a velocità diverse. È la base sulla quale la nuova squadra di governo regionale deve lavorare. Lo sviluppo è la cura d’urto per la nostra economia e tutti, dalle istituzioni, ai sindacati, alle imprese devono fare la loro parte con lealtà e senso civico per il bene comune».

«Sfruttando potenzialità che esistono. Tanti imprenditori – ha ricordato Pacini – danno quotidianamente testimonianza delle loro eccellenze produttive. Uomini e donne che ogni giorno hanno al centro del loro impegno la dedizione nel fare bene impresa e la difesa delle radici territoriali, e nello stesso tempo la capacità di guardare in grande al mondo, perché solo così si può crescere e rimanere competitivi. Insieme possiamo e dobbiamo essere una voce sempre più forte e rappresentativa, capace di attrarre capitali di finanziamento stranieri che contribuiscano a far crescere, sviluppare, modernizzare le nostre realtà economiche e renderle sempre più competitive nella sfida dei mercati internazionali».

«Perché lo scenario non è solo regionale. La posizione di Confindustria è chiara – ha ribadito il presidente della delegazione di Grosseto, Francesco Pacini –: molte delle istanze degli imprenditori della Toscana del Sud si inseriscono nelle richieste e necessità globali del Paese. Tutte le imprese, in tutta Italia, vivono un momento di fragilità e attendono una svolta che può arrivare dall’impiego serio e strutturato del Recovery fund, dalle riforme in tema di politica industriale e giuslavoristica, dallo sviluppo legato alla tecnologia, dall’impulso concreto alle infrastrutture. Da qui passa la vita della nostra economia, passano le nostre vite di imprenditori».

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