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Sanità, Rossi: «Regione matrigna, solo pochi spiccioli toccano alla Maremma. Riformare tutto»

Fabrizio Rossi

GROSSETO – “C’è tanto dispiacere nel vedere, in spregio ad ogni logico e normale criterio di assegnazione, come è stata ancora una volta trattata la sanità maremmana”.

A scriverlo, in una nota, Fabrizio Rossi, presidente provinciale e capolista di Fratelli d’Italia nel collegio di Grosseto per le elezioni del Consiglio regionale della Toscana

“Nell’ultimo atto della giunta Rossi – commenta –, la rossa Regione Toscana ha assegnato quasi 300 milioni di euro alla sanità, ma poco o pochissimo è destinato alla provincia di Grosseto. Una ‘vera potenza di fuoco’ come direbbe qualcuno, della quale non beneficiamo noi.

Infatti, alla Maremma sono toccati poco più di 4,7 milioni, quando ad altre realtà molto vicine a noi, come Siena ed Arezzo, tra l’altro appartenenti alla nostra stessa Asl, invece sono andati rispettivamente 11 e 36 milioni di euro. Un divario davvero enorme.

Questa è la dimostrazione che non si crede nel nostro territorio e nel suo sviluppo. Ancora una volta la Maremma e i cittadini maremmani sono stati penalizzati.

Mi viene da sorridere, ma è un sorriso davvero ironico, quando oggi vedo, durante questa campagna elettorale, il consigliere uscente Leonardo Marras proporre soluzioni raffazzonate come quella per l’ospedale di Castel del Piano.

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Fare il giro turistico delle strutture sanitarie della nostra provincia, con fare interessato, illude ancora una volta i maremmani. Si deve cambiare marcia. È necessario rivedere l’attuale assetto organizzativo sanitario regionale mandando in soffitta la riforma “Rossi – Saccardi” che parta dalla più stretta collaborazione con i sindaci che conoscono meglio di altri la conformazione territoriale.

Ma Marras, mi chiedo, dove è stato in questi ultimi cinque anni? Quale capogruppo del Pd in Regione, cosa ha fatto per la sanità maremmana, a parte interessarsi alle varie nomine dei primari?

La riorganizzazione territoriale deve salvaguardare le zone periferiche con il potenziamento di tutti i presidi già esistenti e l’attivazione di punti di primo soccorso attrezzati con macchinari e professionisti esperti che possano stabilizzare i casi urgenti. Così come i punti nascita, autentici presidi di sopravvivenza delle aree dell’entroterra maremmano e certezza che i nostri territori non si spopolino.
Grave è stato smantellare la centrale operativa del pronto soccorso a Grosseto per mandarla a Siena.

E’ sotto gli occhi di tutti il continuo impoverimento e depauperamento dei servizi sanitari nei nostri ospedali e nelle nostre strutture sanitarie. Ambulatori, centri prelievi e molto altro, chiusi e mai più riaperti. Lo scandalo Corelab, macchinario mai entrato in funzione a pieno ma costato milioni di euro all’ospedale di Grosseto.

In più di una occasione, noi di Fratelli d’Italia abbiamo denunciato, le situazioni di Casteldelpiano, Pitigliano, Massa Marittima, Orbetello, Follonica, Scansano e tante altre, dove i servizi della sanità pubblica resi ai cittadini, pian piano sono stati smantellati o ridimensionati, spesso nel silenzio più assoluto del Pd.

Abbiamo buona memoria e ci ricordiamo bene delle scellerate scelte portate avanti sino all’altro ieri, tutte figlie di una programmazione cieca e ottusa sulla sanità da parte di un Pd oramai alla deriva, che non ha mai guardato con interesse alla Maremma, e che ha sempre dimenticato i tantissimi cittadini e le fasce più deboli che vi abitano, ignorando che la Maremma e l’Amiata si popolano altresì di turisti nella stagione estiva. Troppo facile e conveniente che solo oggi, e in piena campagna elettorale, Marras e Pd si ricordano che esiste anche un servizio sanitario locale con proposte dell’ultimo minuto.

Manca poco al voto – conclude Fabrizio Rossi –. Il 20 e 21 settembre è tra pochi giorni. Sono quelle, le date, che potrebbero diventare uno spartiacque storico per la Toscana e per i toscani. Con il voto dei toscani, vogliamo ridare anche la dignità ai piccoli presidi ospedalieri, ai quei territori e ai loro cittadini che vedono sempre più lontani quei servizi essenziali di cui hanno veramente bisogno. Oggi c’è la possibilità concreta di voltare pagina, una volta per tutte”.

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