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Rischio idrogeologico, Amati: «La messa in sicurezza del territorio maremmano non è più rinviabile»

Guendalina Amati

GROSSETO – “In Toscana quasi la metà del territorio è soggetto a frane e a rischio idraulico, e a farne le spese, quando le calamità naturali si manifestano in tutta la loro drammaticità, sono strade, vie di comunicazione, terreni agricoli e popolazione. Molti sono i fattori che concorrono a definire questa triste realtà: la mancanza di politiche attive e lungimiranti finalizzate alla cura ed alla preservazione delle aree più esposte; l’emorragia demografica che vede, ogni anno, “svuotarsi” di residenti soprattutto le zone montane e pedemontane”.

A scriverlo, in una nota, Guendalina Amati, candidata al Consiglio della Regione Toscana per Fratelli d’Italia.

“La provincia di Grosseto è la fotografia in piccolo della Toscana – prosegue -, con la sua morfologia territoriale che contiene in sé tutte le diverse fattispecie della regione (montagna, collina, pianura, mare e isole), e dunque i rischi idrogeologici ad esse connesse.

Sono passati solo pochi anni dalla terribile alluvione di Albinia (Orbetello) e ogni volta che piove o con l’avvicinarsi della stagione autunnale i cittadini si trovano a dover affrontare situazioni di disagio e di allerta.

Innumerevoli sono le allerte emesse nell’arco dell’anno, soprattutto per fattori metereologici intensi. Se è vero da una parte che il dissesto idrogeologico deriva dall’azione di fattori naturali, dall’altro sappiamo però che derivano dalle opere fatte dall’uomo, come ad esempio le “strade a mezza costa”, impostate su piani ricavati asportando materiale a monte riportato poi a valle. Molte di queste opere spesso mancano di massicciate sottostradali adeguate, opere di contenimento e consolidamento. E quindi gran parte delle strade collinari e montane lamentano oggi un grado di dissesto mediamente elevato.

La Regione Toscana è necessario che si adoperi per fare una capillare mappatura per rilevare le criticità delle varie aree e, sulle informazioni ottenute, su questi dati fare progetti per la nuova realizzazione di strade e per la manutenzione di quelle esistenti, dando risorse economico finanziare alle province che dopo la Riforma Delrio si trovano ad avere bilanci esegui.

La situazione non è certo migliore nei territori pianeggianti della nostra provincia, dove assistiamo ad allagamenti e a vere e proprie alluvioni. Serve un piano di risanamento infrastrutturale con opere di manutenzione e sistemazione idrogeologica, idraulica e forestale degli argini, degli alvei, dei canali e degli acquedotti e degli invasi a monte del fiume Ombrone.

La messa in sicurezza del territorio maremmano non è più rinviabile, gli interventi a spot lasciano il tempo che trovano, oramai tutti sappiamo che si spende di più per riparare i danni subiti, piuttosto che per investire sulle opere di prevenzione.

La Regione deve farsi carico di una seria progettazione in tal senso – conclude la candidata – con investimenti cospicui per prevenire il dissesto idrogeologico”.

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