Grosseto

In Maremma la sfida dell’agricoltura: dopo il Covid un modello che punta sulla qualità

Lavoro agricoltura campagna braccianti lavoratori

GROSSETO – La seconda giornata di Festambiente è iniziata all’insegna della finanza etica.

In occasione dell’incontro di questa mattina, a cui hanno partecipato Maurizio Sonno, responsabile ufficio agricoltura Banca Tema, Fabrizio Tistarelli, presidente Istituto Tecnico Superiore Eat, Claudio Capecchi, presidente Cia Grosseto, e Attilio Tocchi, presidente Confagricoltura Grosseto, si sono tracciate le linee per il prossimo futuro a partire dalla fase della ripartenza post Covid-19 e tenendo conto della sfida dei cambiamenti climatici che, come e più di altri settori, ha messo a dura prova l’intero comparto agricolo.

E proprio Banca Tema, che ormai da anni si impegna nell’essere una buona banca, capace di garantire alle aziende solidità, valutando e gestendo i rischi dell’attività, e valorizzando il territorio in cui ha la propria sede e suscitando fiducia nella comunità. Ciò a partire dal mondo agricolo che, oggi come non mai, ha necessità di una nuova spinta per poter guardare al futuro attraverso la giusta lente.

“Il Credito cooperativo – ha dichiarato Maurizio Sonno, ufficio agricoltura Banca Tema – ha predisposto una serie di strumenti per affrontare sia la crisi sanitaria che in maniera strategica i cambiamenti climatici, a partire dagli interventi volti a mitigare i danni a seguito degli incendi, ad affrontare con misure specifiche la siccità e gli eventi estremi, aumentare la fertilità del suolo che si sta riducendo sempre di più, supportare significativamente la scelta delle aziende agricole che si rivolgono al biologico, limitare il grave fenomeno dell’abbandono dei campi e divenire un modello di agroecologia. Questo è senza dubbio un modo concreto per trasformare la finanza in strumento a servizio del sistema agricolo maremmano.

“Nel mio lavoro da convinto cooperatore, ho sempre cercato di valorizzare le piccole aziende, stimolarne la crescita ed ho cercato di far sì che la banca fosse la casa degli agricoltori e mai un negozio dove si vendono solo soldi. Nel corso del tempo, ho cercato di far capire alla Banca che in agricoltura ci sono anche momenti bui ed è proprio in quel momento che la Banca deve esserci, senza che nessuno gli chieda di intervenire. Questo è quello per cui ho lavorato in questi anni – ha concluso – per far sì che la mia Banca di Credito Cooperativo fosse il vero motore del territorio, senza mirare ad un immediato ritorno economico ma lavorando solo per il bene comune”.

commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI