Grosseto

La denuncia di Confagricoltura: «Gli alimenti costano di più, ma agli agricoltori i prodotti sono pagati meno»

Attilio Tocchi

GROSSETO – “I prezzi degli alimentari aumentano per i consumatori, ma questo non vale per gli agricoltori, ai quali i prodotti vengono pagati di meno”.

Così Attilio Tocchi, presidente di Confagricoltura Grosseto,  che analizzando i dati presentati da Istat si dice fortemente preoccupato da questa forbice che va a penalizzare sia i consumatori che le imprese agricole.

“Gli ultimi mesi – riflette Tocchi – sono stati devastanti per i nostri agricoltori che hanno assistito inermi ad una progressiva contrazione dei prezzi all’origine, con i costi di produzione inalterati. Non so quante aziende potranno ancora sostenere una tale situazione assolutamente vergognosa, tenuto conto che, viceversa i consumatori, si sono accorti che i prodotti alla distribuzione hanno subito un aumento consistente dei prezzi. Non è tollerabile che le filiere alimentari adottino in maniera ingiustificata questa strategia che, se ancora condotta, porterà inevitabilmente alla chiusura di molte aziende produttrici. Pure in provincia di Grosseto la spesa è aumentata a giugno del 3% ed a maggio del 3,2% a fronte di una diminuzione, rispettivamente  del 2% e del 3,8%, della spesa per l’acquisto della materia prima. Credo che qualcosa non torni”.

Da una visione più ampia dei dati, allargata ad inizio anno, emerge una inquietante verità, ossia la progressiva e costante diminuzione mensile del prezzo all’origine dei prodotti, il contrario di quanto invece accade ai consumatori, costretti a sborsare sempre più denaro per approvvigionarsi delle derrate alimentari.

“Questa stortura  – tuona il presidente di Confagricoltura Grosseto – deve essere immediatamente corretta, prima che si determinino conseguenze irreversibili sulla redditività delle nostre aziende. Per non parlare poi delle oltraggiose offerte che alcuni hard discount promuovono, con la frutta nostrana svenduta a pochi centesimo al chilogrammo”.

“Tutto questo – conclude – è dignitoso per le aziende e per i lavoratori del settore primario che da sempre puntato su qualità e sicurezza alimentare? Pretendiamo rispetto, e vogliamo che si attui un corretto equilibrio tra la remunerazione delle aziende e di chi vi lavora e il congruo prezzo pagato dai consumatori”.

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