FIRENZE – “Abbiamo un duplice dovere, come istituzioni: stare vicini alle famiglie e al loro desiderio di giustizia, ma anche essere in campo perché le norme che riguardano la sicurezza di chi viaggia siano cambiate, mettendo in primo piano la tutela della vita e non i guadagni. E questo è un compito che coinvolge innanzitutto l’Europa”.
Questo uno dei passaggi dell’intervento pronunciato dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel corso dell’incontro che si è tenuto oggi in Consiglio regionale durante il quale gli è stato donato “La figlia d’Europa. Il sogno infranto di Elena Maestrini”, libro testimonianza della giornalista Jule Busch dedicato a una delle vittime del tragico incidente che il 20 marzo del 2016 causò in Spagna la morte di 13 studentesse Erasmus italiane, tra cui Elena. Erano presenti i genitori di Elena, Roberta e Gabriele, Andrea Biondi, il sindaco di Gavorrano, paese di origine della ragazza, il consigliere regionale, Leonardo Marras, e l’autrice.
Ringraziando per la copia del libro donatagli, Rossi ha ricordato i precedenti incontri con le famiglie non solo di Elena, ma anche delle altre due giovani vittime toscane – Lucrezia Borghi e Valentina Gallo– e il sostegno dato dalla Regione alle richieste di giustizia dei familiari.
“E’ necessario uno sforzo maggiore da parte del governo nazionale – ha detto Rossi -, la Spagna è un paese dell’Unione europea e la rete di relazioni che lo lega all’Italia è fitta: deve trovare ascolto la richiesta di un processo giusto”.
Ma c’è un altro aspetto che questa tragica vicenda ha messo in luce e che coinvolge direttamente le responsabilità dell’Ue. “Come è possibile che le norme consentano che a condurre bus di quel tipo sia una sola persona? Denunciammo sin dall’inizio questa situazione inaccettabile, frutto di quella logica delle liberalizzazioni che ha spinto a mettere avanti i profitti invece della sicurezza. Rinnovo la richiesta all’Europa che tutto regolamenta, di rimettere mano a questa materia.”
“Spero che questo libro – ha continuato il presidente – arrivi anche a chi governa il Paese e che aiuti a rafforzare la consapevolezza che l’Europa non è stata in grado di proteggere queste sue giovani figlie. L’esperienza Erasmus deve essere rafforzata, ma i genitori che spingono i loro figli a muoversi e a fare l’esperienza di studio all’estero, devono avere la certezza che possono farlo in sicurezza. Questo, anche, è il messaggio forte che viene da questo libro e soprattutto – ha concluso – dalla testimonianza di impegno che viene dalla famiglia di Elena: forte e serena, anche se segnata da un dolore incancellabile”.
“Erasmus è vita, è spensieratezza, curiosità di scoprire e di conoscere, è libertà e quello che è successo in Spagna il 20 marzo 2016 è quanto di più lontano possa esistere da questo spirito – ha commentato Leonardo Marras, capogruppo Pd in Consiglio regionale -. Ricordo lucidamente il vuoto appena avuta la notizia della morte di Elena. Non la conoscevo, ma era parte della comunità maremmana. Una tragedia immensa e internazionale così vicino a noi. Ho sempre fatto il possibile per far sentire ai genitori la mia vicinanza nella battaglia per la verità su quella notte, la Regione c’è stata e ci sarà ancora con tutti i mezzi necessari e possibili. Non abbiamo potuto fare una presentazione classica del libro che racconta la sua storia, così i genitori di Elena sono venuti in Consiglio insieme a Jule Busch e al sindaco di Gavorrano per consegnare una copia del libro “La figlia d’Europa” al presidente Rossi e al presidente Giani”.