Grosseto

Scuola, Rosini attacca Fratelli d’Italia: «Si dicono contro alle “classi pollaio” ma le hanno inventate loro»

Stefano Rosini

GROSSETO – “Leggo di una petizione di Fratelli d’Italia contro le classi pollaio. Curioso che si lamentino delle classi pollaio proprio gli esponenti di centrodestra che, con la riforma Gelmini, hanno dissanguato la scuola pubblica. Chi non ha argomenti strumentalizza tutto pur di criticare”.

A scriverlo, in una nota, Stefano Rosini, segretario del circolo Pd Pace di Grosseto.

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“Ma le classi pollaio sapete come sono nate – prosegue Rosini – carissimi rappresentanti di Fratelli d’Italia? Chi stava nella maggioranza quando è stato approvata la legge 133/2008 che stabilisce il dimensionamento delle classi?

Aiuterò i rappresentanti di Fratelli d’Italia: l’invenzione delle classi pollaio si deve al governo di cui la loro leader faceva parte, il cui ministro dell’Istruzione era la Maria Stella Gelmini.

A quel governo si deve anche la riduzione a brandelli della scuola e della ricerca. Una precarizzazione selvaggia e strutturale di insegnanti (ricordiamo la trovata geniale del docente unico e l’inglese potenziato a scapito della seconda lingua straniera) e ricercatori universitari trattati alla stregua di yogurt in scadenza perenne.

Ricordiamo il ministro dell’economia Giulio Tremonti, i cui tagli investirono brutalmente il mondo dell’Istruzione pubblica.

Sarebbe, quindi il caso che anche FdI rispolverasse la sua memoria. Il governo di centrodestra del 2011 con Gorgia Meloni in maggioranza tagliò 40 mila collaboratori scolastici che con mille euro al mese davano a mangiare alla propria famiglia.

Per le classi pollaio dobbiamo dire grazie al centrodestra che con la riforma Gelmini tagliarono in totale ben 8 miliardi e 80mila posti alla scuola riducendola un colabrodo.

Forse talvolta il silenzio sarebbe d’oro. Prima si fa parte del governo che le ha create le classi pollaio e che ha fatto maggiori tagli alla scuola pubblica, con chiusura di interi plessi di scuole, poi si propone il contrario.

Certo è che la costruzione di condizioni adeguate per il rientro a scuola in sicurezza di insegnanti, alunni e personale ausiliario dovrà essere una priorità del governo nazionale con il ritorno a una dimensione quanto più possibile vicina a quella della normalità a partire da settembre.

La didattica a distanza, seppure fondamentale in questa prima fase, non può essere immaginata come la soluzione per il futuro, come pure da più parti si è prospettato.

In questi mesi il mondo della scuola si è pazientemente adattato alle restrizioni imposte dal lockdown, sviluppando una encomiabile capacità di resilienza di cui va riconosciuto il merito a insegnanti e studenti, che hanno saputo mettere a frutto le opportunità offerte dalla didattica a distanza con grande impegno e capacità.

Agli insegnanti, in particolare, va perciò un sincero ringraziamento – conclude il segretario dem – per l’immenso lavoro che si sono trovati a svolgere in modo improvviso e con strumenti che non facevano parte della quotidianità, riuscendo a garantire la continuità della didattica”.

 

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