Politica

Inceneritore, Italia viva: «Basta con le discussioni su un dinosauro industriale, parliamo di futuro»

Scarlino Energia Inceneritore 2018

SCARLINO – “Le discussioni spesso rischiano di sommare parole alle parole, affermazioni e dissensi senza portare a nessuna conclusione. È così da noi e in tutto il mondo quando, invece di ragionare sulle ‘visioni’, si discute sugli strumenti. In provincia di Grosseto il dibattito sull’Inceneritore di Scarlino è stato viziato fin dalle origini. Cerchiamo di fare chiarezza”.

A scriverlo, in una nota, Italia viva.

“Il punto di partenza è l’intera area nord – proseguono da Italia viva -. La sua storica destinazione industriale figlia del sistema minerario e siderurgico, a un certo punto è entrata in crisi. Le miniere e le industrie di trasformazione sono state chiuse, mentre gli impianti industriali attualmente presenti e il relativo indotto pian piano si sono riconvertiti in modo da divenire parte integrante dell’attuale sistema socio-economico.

L’inceneritore appare dunque come una sorta di reperto di una visione economica e di una storia ormai superate. È fuori contesto. Discutere sull’inceneritore è come discutere sulla necessità di far vivere ‘un dinosauro’ nella piana di Follonica. Non può esistere perché tutto il mondo è cambiato intorno a lui.

Italia Viva Grosseto, attraverso i suoi coordinatori, Donatella Dominici e Rinaldo Carlicchi, non chiede per partito preso la chiusura dell’inceneritore, chiede semplicemente una presa di consapevolezza da parte di tutti: quella storia è finita.

Basta. Basta discutere e anche cercare interpretazioni capziose delle parole del Salvini di turno. Cosa ne sa Matteo Salvini di Follonica, Massa Marittima, Gavorrano e Scarlino? Nulla.

Spetta a tutti noi non perdere tempo sull’inceneritore, è necessario e urgente discutere sul futuro della provincia di Grosseto e con essa della zona nord del territorio.

Dovremo trovare soluzioni concrete per i lavoratori. Serve un piano di ricollocamento e riconversione professionale (se necessario), servono prospettive per quelle famiglie così come è stato fatto, a suo tempo, per i minatori.

L’idea di futuro per questa zona può (e deve) essere condivisa da tutti, perché è parte del bene comune. Vogliamo un’economia basata sulla tutela dell’ambiente e sulla valorizzazione del patrimonio paesaggistico e storico-culturale, la crescita del turismo e delle piccole e medie imprese? Impegniamoci in questa direzione senza perdere tempo, perché la pandemia può essere un’occasione per sgombrare il campo e chiarire.

Se non lo faremo, bene e presto, dovremo discutere di ben altri numeri di disoccupati.

Il futuro dell’area nord ha necessità di un progetto – concludono – e Italia viva è pronta a dare il proprio contributo per scriverlo”.

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