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Gli agronomi ai ministri e alla Regione: «I nostri pini stanno morendo. Bisogna intervenire» fotogallery

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Gli agronomi ai ministri e alla Regione: «I nostri pini stanno morendo. Bisogna intervenire»
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GROSSETO – L’Ordine dottori agronomi e dottori forestali della Provincia di Grosseto ha inviato una lettera al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, al ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare Sergio Costa, al presidente della Giunta regionale della Toscana Enrico Rossi, e al presidente dell’Accademia dei Georgofili Massimo Vincenzini in merito alla gestione delle pinete litoranee del grossetano e alle emergenze fitosanitarie attuali.

Di seguito il testo integrale.

Le problematiche fitosanitarie che interessano le piante di pino e le pinete nel loro insieme sono diverse. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una concomitante presenza di più agenti patogeni, prevalentemente insetti, che in vario modo hanno fortemente condizionato il genere Pinus.

Si fa riferimento alla cimice americana, che ha interrotto la produzione di pinoli, e alla cocciniglia Matsucoccus, che ha falcidiato le popolazioni di pino marittimo (Pinus pinaster) pregiudicando in modo molto evidente le fasce di pineta più vicine alla linea di costa.

Ma a questi si aggiunge quello che appare oggi come un serio problema dovuto a degli insetti Coleotteri Scolitidi che sta interessando sempre più la vita del pino domestico (Pinus pinea), la specie più imponente e rappresentativa anche sotto il profilo paesaggistico, che rende la pineta un paesaggio storicizzato delle zone costiere della provincia di Grosseto, ormai acquisito come tale dall’opinione pubblica e per questo salvaguardato dal vincolo paesaggistico presente con decreto ministeriale fin dal 1958.

Si parla della progressiva e sempre maggiore mortalità di esemplari adulti di pino domestico causata da attacchi di questi insetti Scolitidi, in particolare il Blastofago del pino (o Tomicus) e l’Ips, insetti che in vario modo attaccano sia i germogli che i fusti di queste conifere portando velocemente a morte piante di ogni età e dimensione, sia all’interno della pineta che nelle formazioni lineari che si trovano nella nostra campagna, lungo strade e canali ed anche nell’ambito urbano, come sta accadendo già in modo preoccupante nell’abitato di Marina di Grosseto e di Principina a Mare.

Il problema è noto da tempo, ma il monitoraggio eseguito in questi ultimi due anni dall’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Provincia di Grosseto mette in luce una preoccupante ripresa della malattia, verosimilmente innescata dalla siccità dell’estate 2017 che ha indotto uno stress in alcune piante rendendole più vulnerabili agli attacchi degli insetti Scolitidi.

Una volta partiti, i focolai d’infezione, se non contenuti rapidamente ed in modo efficace, generano una diffusione a macchia d’olio della malattia, determinando una rapida mortalità delle piante, come quella che in questo momento storico è in atto nella nostra provincia.

Se si intende, come è opinione prevalente, mantenere la pineta con le sue caratteristiche ecologiche e paesaggistiche, è necessario allora prevedere interventi di selvicoltura da eseguire con rapidità, volti al contenimento delle patologie attraverso un monitoraggio continuo che favorisca gli indispensabili interventi di prevenzione e la rinnovazione artificiale dei soprassuoli.

Per questo, a nostro avviso occorre sancire un patto fra i diversi soggetti interessati, pubblici e privati, al fine di garantire tempestività degli interventi e risorse da destinare allo scopo, in quanto oggi le pinete, a causa della cimice americana, si sono ridotte ad essere beni improduttivi la cui manutenzione richiede sforzi economici rilevanti che i proprietari non sono in grado di sostenere.

Per tali ragioni l’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Provincia di Grosseto solleva nuovamente la questione, ritenendola grave ed urgente, dopo averlo già fatto in più occasioni negli anni scorsi, indicando alcuni punti essenziali da affrontare, sui quali si richiama l’attenzione delle Autorità competenti e dell’opinione pubblica in generale:

tempestività degli interventi, la pineta è un soprassuolo artificiale che per la sua conservazione e rinnovazione richiede una corretta gestione selvicolturale. Questa gestione, peraltro prevista dalla normativa vigente in materia forestale, soprattutto nel caso di interventi di carattere fitosanitario deve essere agevolata consentendo una rapida tempistica delle procedure autorizzative ed una sostanziale semplificazione burocratica;

il richiamo alle agevolazioni nella tempistica dell’iter autorizzativo per gli interventi selvicolturali, pur inteso in senso lato, riguarda in particolar modo le procedure (nei tempi ma anche nelle modalità) previste dal Mibact per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche;

il Servizio Fitosanitario Regionale su questo tema deve acquisire un ruolo essenziale, intervenendo con determinazione ed efficacia nel monitoraggio di queste situazioni di degrado, segnalando agli Enti pubblici e ai privati proprietari delle pinete l’urgenza e la gravità dei fenomeni di diffusione degli insetti dannosi e dei danni irreversibili da essi causati, richiamando e dettando in modo deciso e autorevole le linee guida per la difesa fitosanitaria necessaria ed urgente, eventualmente svolgendo anche una funzione di sintesi e di raccordo con il mondo scientifico interessato al problema (Università, Crea, eccetera);

la Regione Toscana deve compiere scelte importanti e definitive sulle modalità di finanziamento degli interventi fitosanitari di prevenzione e contenimento delle malattie e di quelli mirati alla rinnovazione dei soprassuoli predisponendo, nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale, bandi dedicati al Pino domestico e alla gestione delle pinete litoranee fornendo il necessario sostegno finanziario per questo tipo di interventi;

l’opinione pubblica e le amministrazioni ad ogni livello, comprese quelle comunali, devono essere opportunamente sensibilizzate affinché prendano coscienza delle reali problematiche connesse ad un corretto metodo di gestione delle pinete, ai problemi fitosanitari in corso oggi su pinete mediamente di età avanzata che non possono essere abbandonate a loro stesse, salvo non desiderare, nonostante i numerosi proclami di diverso avviso, la loro progressiva scomparsa, che avverrà gradualmente ed in modo assolutamente naturale con la sostituzione dei pini con specie latifoglie autoctone arboree ed arbustive;

infine, visto lo stato dell’arte, si ritiene oggi sempre più necessaria la predisposizione di un piano di gestione straordinario della pineta litoranea, avente possibilmente valenza sovracomunale.

Nella speranza dell’utile opera di sensibilizzazione che questo documento potrà concorrere a generare, confidiamo in un rapido avvio verso la risoluzione di queste problematiche forestali che affliggono le aree del litorale grossetano, peraltro caratterizzate da un rilevante interesse turistico legato proprio all’ambiente e al paesaggio.

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Gli agronomi ai ministri e alla Regione: «I nostri pini stanno morendo. Bisogna intervenire»
Camilla Ferrandi
11 Giugno 2020 alle 15:14
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