Sanità

Infermieri InForma – Scottature solari o molti nei? Attenzione alla pelle

Infermieri Informa

GROSSETO – La prevenzione del melanoma, il tumore maligno più aggressivo della pelle, passa anche attraverso l’attento auto- esame. Ma quando si osservano braccia, gambe e tronco, bisogna fare attenzione non solo alle condizioni dei nei già esistenti, ma anche a nuovi segni che sono comparsi sulla superficie cutanea. È da questi segni che si sviluppa oltre il 70% dei melanomi, conclude una ricerca realizzata
dall’Università di Modena e Reggio Emilia.

Gli autori dello studio pubblicato su Journal of the American Academy of Dermatology hanno passato in rassegna 38 studi che comprendevano più di 20 mila diagnosi di melanoma. Dall’analisi dei dati si è visto come meno di un terzo di questi tumori cutanei, il 29%, si era originato da un neo già presente. La maggioranza dei melanomi (71%) si manifestava invece con la comparsa di una nuova lesione pigmentata sulla pelle normale.

Inoltre i ricercatori hanno visto che i melanomi originati da nevi preesistenti fossero più sottili degli altri, quindi con una prognosi
più favorevole.

Osservare la propria pelle è un’accortezza molto importante per la prevenzione del melanoma. Così si può contribuire a fare diagnosi precoce di una forma di tumore che negli ultimi anni ha visto aumentare la sua incidenza e che trova nell’esposizione ai raggi ultravioletti senza adeguata protezione il suo principale fattore di rischio ambientale.

L’ispezione cutanea “fai da te” – In una stanza ben illuminata, di fronte ad uno specchio a figura intera, tenendo un piccolo specchio a portata di mano è necessario osservare attentamente l’intera superficie corporea, dalla testa ai piedi – continua lo specialista – esaminando la schiena e le altre aree meno accessibili, come i cavi ascellari, il solco intergluteo, i genitali, gli spazi interdigitali e le unghie di mani e piedi. Per esaminare il cuoio capelluto si può ricorrere all’aiuto di un’altra persona, facendosi osservare mentre si scostano i capelli con un
pettine o un asciugacapelli.

La visita dermatologica di prevenzione del melanoma è indicata in generale per tutti gli adulti e per i bambini dopo la pubertà, una volta all’anno. Con l’ausilio del dermatoscopio il dermatologo può da un lato riconoscere le caratteristiche “sospette” di un neo ancora prima che queste si rendano visibili ad occhio nudo, formulando la diagnosi di melanoma quando questo può essere guarito con una semplice
asportazione chirurgica, e dall’altro evitare l’asportazione non necessaria di lesioni apparentemente allarmanti all’ispezione ad occhio nudo, ma che all’esame dermatoscopico si rivelano innocue. Sarà quindi il dermatologo a valutare, caso per caso, se sono necessari controlli più ravvicinati nel tempo oppure mirati su alcuni nei rispetto a tutti gli altri.

L’attenzione va rivolta ad alcuni elementi: le caratteristiche riguardano sia la persona sia i singoli nei. Chi presenta una combinazione di carnagione chiara, capelli rossi o biondi, occhi azzurri o verdi e tendenza alle scottature solari deve prestare maggiore attenzione alla prevenzione del melanoma, così come chi presenta più di 50 nei, chi è andato incontro a scottature solari durante l’infanzia o chi ha parenti di primo grado che hanno avuto un melanoma

ABCDEEE: cinque lettere da tenere a mente – La regola mnemonica “ABCDEEE” permette di identificare una lesione pigmentata sospetta, che deve essere portata all’attenzione del dermatologo, senza attendere il controllo periodico. Questo acronimo riassume le caratteristiche di potenziale sospetto clinico:

Asimmetria – una linea immaginaria divide il neo in due metà che sono diverse per forma o per colore;

Bordi irregolari, frastagliati, indentati;

Colore: presenza di più di un colore (ad esempio marrone chiaro e marrone scuro, nero e marrone, rosa e marrone, grigio e marrone, etc.);

Diametro maggiore di 6 millimetri;

Evoluzione nel tempo (settimane o mesi) di una o più caratteristiche;

Elevazione, rispetto alla superficie cutanea, di una parte o di tutto il neo;

Emorragia spontanea, cioè sanguinamento che non sia provocato da un traumatismo involontario.

La tecnologia amica della pelle – Lesioni, nei o altri punti critici in cui la nostra cute si arrossa o gonfia sono segnali attraverso cui la nostra pelle comunica noi. Spesso per darci informazioni fondamentali a prevenire patologie di diverso tipo, anche i tumori. Ecco perché molto importante tenere sempre sotto osservazione l’intera superficie della propria cute. Non si tratta di un’operazione facile: in termini di prevenzione, oggi la tecnologia, può fare molto. Come? Attraverso uno strumento digitale chiamato videodermatoscopio è possibile monitorare la pelle in modo semplice, rapido e sicuro e prevenire la loro degenerazione in melanoma. La diagnosi dermatologica può avvenire attraverso due tecniche che sfruttano la tecnologia: la dermatoscopia e la videodermatoscopia.

La dermatoscopia (o epiluminescenza) è una tecnica non invasiva molto importante per la diagnosi precoce dei tumori cutanei, perché permette di valutare la disposizione del pigmento all’interno dell’epidermide e del derma. Per effettuarla serve un dermatoscopio, ossia una lente che ingrandisce fino a cento volte la lesione cutanea. Questa viene illuminata da una luce polarizzata, che permette l’osservazione delle
caratteristiche morfologiche e strutturali della stessa, altrimenti non apprezzabili a occhio nudo. Oltre ai nei e alle forme pre-tumorali e tumorali, con il dermatoscopio vengono viste anche le lesioni non tumorali assolutamente benigne. Questa tecnica consente, quindi, di
identificare i nei a rischio, in modo che possano essere asportati prima che si trasformino in melanomi.

La videodermatoscopia è invece l’evoluzione della dermatoscopia. Attraverso un sistema wireless, essa ci permette di trasferire i fotogrammi e le immagini digitali ad altissima risoluzione, acquisiti con il videodermatoscopio, sia in macro facendo una panoramica delle varie aree del corpo, sia di una zona ristretta dove si hanno, per esempio, cinque-sei nei, che vengono marcati con delle frecce. Tutto quello che viene fotografato è quindi archiviato in modo che, a ogni controllo, si possano confrontare le nuove immagini con quelle di riferimento. La videodermatoscopia può essere utilizzata anche nella tricoscopia, cioè nell’analisi del capello, per diagnosticare delle particolari patologie del cuoio capelluto oppure delle forme di alopecia areata o delle carenze particolari.

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