
GROSSETO – Potere al popolo Toscana supporta e aderisce alla giornata di mobilitazione nazionale del 5 maggio “Casa, reddito, diritti subito” promossa dal sindacato inquilini AS.I.A-Usb, Rete giovanile noi restiamo, Movimenti per il diritto all’abitare e alla casa, Federazione del sociale Usb.
“Per rompere il silenzio delle istituzioni, complici della classe padronale e completamente sorde alle richieste di politiche sociali, già da lungo tempo martoriate in questo paese – spiegano da Potere al popolo -. La pandemia ha disvelato ulteriormente il volto di una classe politica completamente asservita alle logiche del profitto, i cui effetti tragici si sono resi palesi in prima istanza nelle condizioni impietose con cui il sistema sanitario nazionale ha impattato all’emergenza covid-19.
In queste settimane si affaccia un’immane crisi sociale ed economica, che rischia di gettare ancora di più sul lastrico quella parte della popolazione che viveva già in condizioni difficili nel pre-pandemia, e che di fronte alle mancanze delle istituzioni tutte, a partire dal Governo, rischia di sprofondare ancor più nella miseria.
In merito alla questione casa, e in particolare alla delibera 442 del 31 marzo scorso della Regione Toscana, bene che vi sia una risposta immediata sbloccando fondi inutilizzati. Il problema è che si tratta di un cerotto, che viene venduto da Rossi come la cura alla crisi degli affitti che abbiamo davanti. Purtroppo ancora una volta non ci stanno dicendo la verità. La delibera non stanzia infatti nessuna risorsa straordinaria, ma permette soltanto l’accesso da parte dei Comuni a fondi pre-esistenti, e quindi ordinari, a disposizione prima dell’emergenza covid-19. Risorse già insufficienti, ancora di più in questa crisi.
Nello specifico, la Giunta regionale ha dato la possibilità ai comuni capoluogo e ad Alta tensione abitativa (Ata) di esaurire le proprie risorse in avanzo dal Fondo nazionale di morosità 2019 già integrate nel Fondo nazionale affitti 2020. A tutti gli altri comuni è permesso di accedere alle risorse già presenti sul bilancio regionale, come integrazione regionale al Fondo nazionale affitti.
Accanto a questo stanziamento, frutto di un esercizio di ragioneria e di bilancio del tutto ordinario, non sono previsti quegli interventi straordinari che la crisi richiederebbe. Fondi straordinari che sarebbero estremamente necessari per le città capoluogo e ad alta tensione abitativa, ovvero con problematiche abitative maggiori come l’area sempre più ‘metropolitana’ fiorentina, che non solo si trovano a dover esaurire le risorse per il prossimo esercizio, ma in cui le risorse stanziate sono sufficienti a malapena a coprire le sole richieste accumulatesi il primo giorno di apertura del bando.
Anche i criteri di accesso sono fortemente escludenti. Il vincolo di residenza nell’immobile, la titolarità di un contratto regolare di affitto, la posizione di lavoratore dipendente o autonomo, esclude una vastissima fetta di popolazione da tale contributo, tra i più quella giovanile, universitaria e non, costretta non di rado a lavoretti a grigio o a nero, e con affitti molto spesso non regolari. Anche la dimostrazione della perdita di reddito di almeno il 30% rispetto al periodo gennaio-giugno 2019 e il massimo Ise a 28mila 600 sono combinatamente due criteri che limitano ancora di più l’accesso di chi avrebbe bisogno di queste risorse.
Le misure fin qui adottate per l’emergenza non sono sufficienti. Per tutto questo appoggiamo a pieno la campagna nazionale per il blocco immediato di affitti e utenze.
Sostenendo la giornata di mobilitazione nazionale del 5 maggio chiediamo per il periodo di emergenza:
blocco immediato degli affitti e delle utenze;
reddito incondizionato per chiunque abbia perso reddito o senza lavoro, integrato direttamente in quota parte per il pagamento di affitto e utenze;
blocco delle intimazioni di sfratto per la morosità accumulata per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria;
tassazione dei grandi patrimoni immobiliari, e dello sfitto con cui sostenere questi provvedimenti;
indennizzo ai soli proprietari di un’abitazione in affitto con il versamento del dovuto attraverso i bandi comunali finanziati dalla regione Toscana.
Nel post-emergenza – concludono da Potere al popolo – sosteniamo la necessità dell’abolizione della legge 431/98 per fermare il libero mercato degli alloggi, la reintroduzione di un equo canone, e ovviamente una nuova politica nazionale abitativa che implementi il patrimonio dell’Edilizia residenziale pubblica”.