Scarlino

Interrogazione Bonifazi e Destri su didattica a distanza, la dirigente: «Notizie false e gravi inesattezze»

SCARLINO – “La drammatica situazione che stiamo attraversando continua a provocare una proliferazione di affermazioni, spesso infondate, riguardo alla scuola e ai soggetti (docenti, dirigenti, personale ata) che, da subito, hanno cercato di affrontare l’emergenza con senso di responsabilità e abnegazione, re-inventandosi giorno dopo giorno modalità di lavoro inedite”.

A scriverlo, in una nota, la dirigente dell’Istituto comprensivo Gavorrano-Scarlino, Bianca Assunta Astorino, rispondendo all’interrogazione presentata qualche giorno fa dai consiglieri Emilio Bonifazi e Guido Mario Destri di “Per Scarlino” al sindaco Francesca Travison e all’assessore all’Istruzione Michele Bianchi in merito alla didattica a distanza per gli alunni del territorio.

“Voci minacciose circolano intorno alle scuole, il web è sommerso da innumerevoli chat che contengono ‘consigli’, se non addirittura vere e proprie ‘istruzioni’ o ‘lezioni’, a volte ‘straordinarie’, da impartire agli addetti ai lavori – prosegue la dirigente scolastica -; interventi promossi qualche volta da chi è in cerca di visibilità e protagonismo, negati altrove.

Può rientrare in uno dei casi sopra citati anche l’interrogazione dei signori Bonifazi e Destri, rivolta all’amministrazione comunale di Scarlino, in merito alla didattica a distanza svolta nelle scuole dello stesso Comune, parte dell’Istituto comprensivo di Gavorrano-Scarlino.

L’interrogazione non è stata indirizzata all’Istituto comprensivo ma, preso atto del contenuto della stessa, ho ritenuto opportuno e doveroso, in qualità di dirigente e rappresentante legale dell’istituzione, rispondere per quanto di competenza.

Il documento riporta notizie false e gravi inesattezze, di varia tipologia. Si tratta di affermazioni prive di fondamento che evidenziano la non conoscenza della normativa scolastica e la non conoscenza del territorio e della comunità che i signori Bonifazi e Destri rappresentano, o dovrebbero/vorrebbero rappresentare. E’ importante evidenziare che:

la legge attribuisce alla singola istituzione scolastica autonomia organizzativa e didattica. In particolare, le scelte metodologiche e didattiche (comprese le modalità di svolgimento della didattica a distanza) sono di competenza esclusiva di determinati organi collegiali che devono tenere conto delle caratteristiche del contesto e dei bisogni degli alunni/famiglie. Scelte, dunque, che non rientrano nelle competenze dell’amministrazione comunale, né di altri soggetti;

nessun provvedimento governativo e/o ministeriale prevede che la didattica a distanza debba essere effettuata obbligatoriamente con l’utilizzo di piattaforme. Il dpcm 4 marzo 2020, all’articolo 1, comma 1, lettera g), stabilisce infatti che le scuole attuano per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nella scuola, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità. Inoltre le percentuali di alunni privi di strumenti nel nostro territorio risultano talmente elevate che l’eventuale attivazione immediata di piattaforme per lo svolgimento della didattica a distanza avrebbe comportato l’esclusione di più del 35% degli alunni;

la didattica a distanza è stata attivata in tutte le scuole dell’Istituto comprensivo a partire dal 5 marzo scorso utilizzando tutte le modalità e  tutti gli strumenti possibili, utili a garantire la continuità e a mantenere un contatto con tutti gli alunni, con le famiglie e la comunità scolastica (Registro elettronico nuvola, video tutorial, messaggi e/o videochiamate con WhatsApp, e-mail, semplici chiamate telefoniche, sperimentazione dell’uso di alcune piattaforme nelle classi in cui tutti gli alunni potevano disporre degli strumenti …), cercando di tenere vivo il senso di appartenenza, e cercando di scongiurare il rischio di isolamento e di demotivazione degli alunni, soprattutto di quelli più deboli;

la scuola ha acquistato (con risorse proprie), e fornito, in comodato d’uso, tutti gli strumenti necessari ai circa 150 alunni che ne avevano necessità e, a partire dal giorno 1 aprile, tutti gli studenti delle scuole medie sono stati dotati di device (compresi i 12 tablet consegnati agli alunni di Scarlino), mentre la consegna agli alunni delle scuole primarie è stata completata il giorno 17 aprile. Il finanziamento assegnato pochi giorni fa dal Ministero dell’Istruzione in base al Decreto “Cura Italia” non è risultato adeguato per sopperire al fabbisogno dell’Istituto, il quale ha dovuto provvedere facendo ricorso a ulteriori risorse interne tramite variazioni di bilancio;

il 2 aprile (quindi, ancora prima dell’emanazione della mini guida dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e del Ministero dell’Istruzione trasmessa il 6 aprile, citata nell’interrogazione) il dirigente scolastico ha emanato le Linee guida per la didattica a distanza, che hanno consentito ai docenti la rimodulazione della programmazione tenendo conto dei nuovi bisogni educativi dei bambini/ragazzi, in particolare il bisogno di conoscere e comprendere la realtà, il momento che stiamo vivendo. Gli insegnanti si sono impegnati nell’accogliere le domande dei bambini/ragazzi, le loro paure, cercando di infondere negli alunni quel senso di tranquillità e di sicurezza e un contatto costante di cui si parla nell’interrogazione;

solo nel momento in cui tutti gli alunni potevano disporre di strumenti, è stata attivata la piattaforma G suite for education, che consentirà di potenziare l’insegnamento integrando nella didattica a distanza già in corso a partire dal 5 marzo, anche le ‘lezioni on-line’. L’utilizzo di questa modalità, nuova per la scuola, non poteva essere improvvisata e per questo ha richiesto tempi adeguati, anche per la formazione dei docenti. In ogni caso le Linee guida sottolineano che l’utilizzo di modalità on-line non deve costringere gli studenti a stare davanti ad un computer/schermo per tempi prolungati al fine di prevenire effetti negativi sulla salute di soggetti in età evolutiva. Questa è senza dubbio un’occasione per incrementare il digitale ma, allo stesso tempo, dobbiamo contenere questa vera e propria ‘esaltazione’ delle video-lezioni, che traspare anche dall’interrogazione, e considerare che il cuore della didattica rimane la relazione e il cuore della scuola è la didattica più che la dimensione digitale;

dal costante e sistematico monitoraggio effettuato dalla scuola – negli ultimi giorni direttamente della scrivente che ha consultato personalmente i Genitori Rappresentanti di classe di molte scuole dell’Istituto – è emerso che tutti gli alunni, e le loro famiglie, sono stati raggiunti e mantengono regolarmente il contatto con i docenti, e le attività didattiche risultano adeguate e soddisfacenti. Permangono alcune, isolate, criticità relative a situazioni particolarmente disagiate di cui gli insegnanti e la scuola si stanno occupando con interventi mirati, ed alcune situazioni problematiche riguardanti alunni che continuano a mostrare disinteresse e scarso impegno già evidenti durante il primo quadrimestre, nelle lezioni in classe.

La didattica a distanza non potrà mai sostituire la didattica in presenza, basata sulla relazione, lo scambio, il confronto, la discussione; e il protrarsi del periodo di sospensione accompagnato dall’obbligo di restare in casa, sta facendo emergere un disagio crescente, in particolare dal punto di vista psicologico e comportamentale nei bambini/ragazzi, ma anche negli adulti (come hanno segnalato numerosi genitori).
E importante sottolineare che in questo nuovo contesto tutti i soggetti, compresi i genitori, sono chiamati ad assumersi nuove e maggiori responsabilità nel supportare gli alunni durante il periodo della sospensione delle attività didattiche.

Sappiamo benissimo che molti genitori vivono una situazione particolarmente difficile e stressante sia per lo smart working che per la gestione della famiglia nella nuova, imprevista, quotidianità. Ma il loro intervento, la loro disponibilità è determinante a fini del percorso formativo degli alunni, in termini di apprendimento, partecipazione, impegno e continuità.

Il confronto con altri Istituti ( a cui si fa riferimento nell’interrogazione) interessa relativamente in quanto ogni scuola deve fare i conti con realtà, contesti socio-culturali ed economici diversi, con risorse materiali ed umane differenti, con bisogni educativi specifici. In ogni caso è ragionevole ritenere che l’Istituto comprensivo di Gavorrano-Scarlino non abbia nulla da ‘invidiare’ ad altri istituti (anche se è bene precisare che le scuole non lavorano assolutamente in competizione) perché prosegue nel suo percorso di innovazione che lo caratterizza da tempo, e continua a contraddistinguersi, ad esempio, per i Progetti Europei Erasmus o il Progetto “Scuole Aperte” che offrono opportunità non riscontrabili in altre scuole.

Non è chiaro, a questo punto, su quali dati e su quali informazioni i signori Bonifazi e Destri si siano basati per rilevare la difficile situazione in cui versa la didattica a Scarlino descritta nell’interrogazione, e a quali fonti abbiano potuto attingere. Quante sono le segnalazioni di genitori giustamente preoccupati di cui si parla nel documento, in rapporto ad una popolazione scolastica complessiva di circa 900 alunni e, quindi, di circa 1.800 genitori.

Per quanto sopra esposto, posso affermare con convinzione che l’Istituto comprensivo di Gavorrano-Scarlino ha operato in questa situazione di emergenza nel migliore dei modi possibili, tenendo conto delle risorse professionali e strumentali a disposizione, e comunque sempre nella prospettiva di un continuo miglioramento.

Le sollecitazioni e i consigli avanzati dai signori Bonifazi e Destri risultano, pertanto, inopportuni e fuori luogo.

L’occasione offre la possibilità di ribadire, ancora una volta, che la scuola non deve essere strumentalizzata per perseguire altri fini; la scuola deve essere rispettata e valorizzata anche in questo contesto di emergenza senza precedenti, perché è stata la prima istituzione a riorganizzarsi, a rimettersi in gioco, pur con i limiti e le inevitabili difficoltà dovute alla criticità della situazione.

Non è assolutamente accettabile – conclude Astorino – che si tenti di umiliare la dimensione intellettuale e professionale di chi lavora nella scuola, persone che stanno supportando, e sopportando, anche il disagio psicologico e sociale della comunità che deriva da questa emergenza”.

 

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