Grosseto

Lorella Ronconi: «Grazie a medici, infermieri e oss degli ospedali no covid. Mandano avanti la nostra sanità»

Lorella Ronconi

GROSSETO – Buongiorno, sono Lorella Ronconi, la mia storia come la mia vita forse la conoscete.

Inizia così la lettera della grossetana Lorella Ronconi, inviata al direttore generale della Asl sud est Antonio D’Urso, al direttore sanitario Simona Dei, al direttore amministrativo Francesco Ghelardi, e al responsabile Urp Manuela Morini, per ringraziare il personale sanitario degli ospedali o, aree ospedaliere, no Covid. Di seguito il testo integrale della lettera.

Vorrei approfittare dei media per rivolgere un ringraziamento sentito ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari dell’ospedale Misericordia di Grosseto. Non mi riferisco a chi lavora nell’area Covid-19, ai quali comunque va la mia ammirazione per il lavoro che svolgono in questo periodo di emergenza, ma a coloro che lavorano negli altri setting, occupandosi sempre di malati e malattie, ma con altre patologie.

Mia mamma da marzo è stata ricoverata due volte, è gravemente malata di cuore e contestualmente ha anche altre patologie impegnative, non sapevo se l’avrei rivista tornare a casa. Nel nostro Misericordia ci sono persone veramente speciali che si prendono cura dei loro pazienti e, questo aspetto, si evidenzia ancora di più quando i figli, come me (persona gravemente disabile), non possono far altro che chiamare, cercare, sperare per avere notizie o attendere che qualcuno telefoni per darne.

Considerata l’emergenza, anche per i numeri ridotti del personale sanitario, tutto si è svolto in modo encomiabile a partire da marzo, data del primo ricovero, passando dal Pronto Soccorso e dal reparto di Pneumologia (la pneumo ora non esiste più nell’area no covid), nel primo ricovero. In aprile nuovamente in Ps e l’Unità di Medicina che vorrei ringraziare per l’ organizzazione e l’operosità.

Grazie a tutti quei medici e personale del Pronto Soccordo, medici meravigliosi, grazie ad i medici dei setting e che girano per K, L, Q… (orribile il sistema a setting) che si sono presi cura di mia madre Andreina, nonostante le difficoltà legate a questo periodo.

Si parla tanto, giustamente, di pazienti e medici curanti pazienti ricoverati per Covid19, ma dobbiamo anche pensare agli altri reparti  pieni di pazienti e pochi medici, operatori sanitari nella zona “no covid”, che continuano il loro lavoro, in silenzio.

Affidate a loro ci sono tante persone malate che vanno curate, anche con urgenza, non vanno dimenticate le altre patologie che necessitano di ospedalizzazione e cure. Nell’area vecchia del nosocomio ci sono medici e personale che va da un piano all’altro per seguire tantissimi pazienti che soffrono di diverse patologie, chilometri di corsie e corridoi per portare una speranza nei malati e nelle loro famiglie.

Quindi applaudo e vorrei che ci fossero tanti applausi anche per questa parte del personale del nostro ospedale, per coloro che fanno funzionare la nostra sanità occupandosi di anziani, bambini, giovani, affetti da altre malattie. E anche i disabili, potrebbero dover ricorrere alle cure ospedaliere o ai ricoveri e per queste persone sono necessarie molte più attenzioni e stanze accessibili.

Chiedo venia per la prolissità, grazie per il cuore e buon senso che il personale medico e paramedico, come ho potuto constatare con i ricoveri di mia madre, sa offrire.

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