Politica

La proposta: «Nei comuni con pochi contagi le scuole potrebbero riaprire prima»

scuola classe banchi via gorizia 2014

ROCCALBEGNA – “L’affanno e la paura con cui è stata gestita la lunga fase di chiusura delle attività del nostro Paese ha portato con sé incongruenze che rischiano di essere replicate anche nella prevista fase 2. Eppure oggi meglio di ieri potrebbe essere applicato il criterio di gradualità fondato su criteri concreti basati anche sulla maggiore conoscenza che abbiamo rispetto alla diffusione del virus”.

A parlare Giuseppe Conti, capogruppo Italia Viva in Consiglio comunale.

“Alcune incongruenze si stanno superando riaprendo, ad esempio, le librerie e le cartolibrerie, altre permangono – va avanti -. Perché, ad esempio, negare i giocattoli ai nostri bambini? Eppure quei negozi sono chiusi. C’è di più. In Maremma sono ben sette i Comuni a contagio zero, e tanti altri dove soltanto una persona è stata raggiunta dal virus, tra quelli liberi dal Covid anche Roccalbegna. In questi Comuni minori le strutture scolastiche, vuoi per caratteristiche dimensionali vuoi per il basso numero di studenti, già sono in grado di garantire il rispetto dei parametri per il contenimento del Covid-19”.

“Quindi – prosegue Conti -, perché non dotare questi sindaci e i dirigenti scolastici della facoltà di riaprire le scuole e relativi spazi dove svolgere attività all’aria aperta in modo controllato, in condizioni di sicurezza per studenti e corpo docente? In alternativa, sulla base della dotazione organica del personale docente, stabilire il numero di classi necessarie a garantire il rispetto delle misure di contenimento, ed iniziare immediatamente i necessari lavori di adeguamento delle strutture scolastiche”.

“Ci sono su tutto il territorio nazionale, delle realtà, come da noi, in cui oggi il contagio è pari a zero – prosegue il capogruppo di Italia viva -. I Comuni minori in questo momento hanno una grande opportunità, quella di dimostrare di saper riaccendere il motore economico e sociale dell’intera Regione, ripartendo per primi. In queste aree e qualora le strutture lo consentano, si deve rendere possibile la immediata ripresa delle attività scolastiche e ludico ricreative, ma anche la ripresa del lavoro per tutte le imprese che siano attrezzate a farlo in sicurezza”.

“La dimostrazione concreta che lavorare durante questa emergenza sia possibile sono i supermercati – continua il consigliere -. Sono rimasti aperti e funzionanti, sanificati e con il personale dotato di tutte le protezioni previste. Aprire dove possibile le scuole e ripristinare quei momenti di incontro e socialità tra alunni e docenti, o aprire i cantieri e dare ossigeno ad un settore che più di ogni altro sta pagando a caro prezzo la sospensione della attività. Del resto la ripartenza sta avvenendo da Regione a Regione in maniera diversa, senza che vi sia una cabina di regia in grado di garantire comportamenti istituzionali omogenei e lineari su tutto il territorio. La nostra Provincia, fatta di tante piccole realtà può, per una volta, diventare un esempio virtuoso di ripresa economica e sociale dai tempi sostenibili ed adeguati alla attuale emergenza”.

“Fra pochi giorni sarà il 1° maggio – conclude Conti -. Il nostro popolo, la nostra nazione è fondata sul lavoro, non sul reddito di emergenza, dobbiamo fare in modo che il lavoro sia veramente il fulcro da cui ripartire, il rischio altissimo è che dopo il coronavirus ci si ritrovi cambiati, ma in peggio”.

 

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