Grosseto

Caso Termine, Ferri: «Non si deve parlare di assenteismo»

Cosimo Ferri

GROSSETO – «La vicenda di forte impatto mediatico che ha colpito Giacomo Termine impone una seria riflessione su una fattispecie che va ben oltre il suo caso specifico. Proprio per questo è davvero ingiusto bollare la sua esperienza come fenomeno di assenteismo. Bisogna invece seriamente valutare quali siano i diritti coinvolti in tali fattispecie ed intervenire semmai affinché essi (tutti e sempre!) possano essere garantiti». A scrivere è Cosimo Maria Ferri, componente Commissione Giustizia della Camera dei Deputati

«In questo caso il licenziamento di Giacomo Termine, all’esito di un periodo di prova come istruttore direttivo amministrativo presso il Comune di Piombino, appare iniquo considerato che le assenze di quest’ultimo dipendevano dall’esercizio di funzioni di Sindaco presso il piccolo Comune di Monterondo Marittimo in provincia di Grosseto».

«L’esercizio di tali funzioni, infatti, trova piena e doverosa tutela in uno dei diritti fondamentali della Carta costituzionale: quello di elettorato passivo. La Legge, quindi, garantisce semplicemente attuazione a tale diritto consentendo a chi sia stato democraticamente eletto di usufruire di permessi lavorativi per l’esercizio di funzioni elettive, disponendo inoltre che gli oneri economici conseguenti debbano gravare sull’ente presso cui è eseRcitata la funzione, ma solo nell’eventualità che il datore di lavoro in favore del quale deve disporsi il rimborso sia un’azienda privata».

«È di ogni evidenza quindi che una concreta lotta contro l’assenteismo, peraltro trasversalmente condivisa da tutte le forze politiche, non può ridursi ad una campagna mediatica, priva di sostanza e all’insegna di misure draconiane».

«In senso contrario, occorre semmai definire una modifica alla norma di riferimento (art. 80 del Testo Unico Enti Locali), affinché sia stabilito che i costi delle ore di assenza dal servizio del lavoratore gravino sull’ente presso cui sono svolte le funzioni elettive anche nel caso in cui il datore di lavoro sia un ente locale o, se ritenuto, un’amministrazione pubblica in genere. Mi impegnerò per il cambio della norma per trovare un equilibrio tra rappresentanza politica, diritto dei lavoratori, efficienza e buona amministrazione».

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