Grosseto

Coldiretti: «Chiediamo l’obbligo di indicazione dell’origine sui prodotti in tutti i paesi dell’Ue»

assemblea 2019

GROSSETO – “In una situazione di difficoltà per l’economia, è stato riconosciuto il ruolo centrale dell’agricoltura per il Paese salvaguardando importanti misure per il settore e affrontando alcune drammatiche emergenze anche se resta il nodo della sugar e plastic tax che rischia di pesare sulla competitività del settore.” E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione dell’Assemblea della principale organizzazione agricola nazionale nel commentare i contenuti della legge di bilancio arrivata al traguardo dell’approvazione della Camera.

Come sollecitato dalla Coldiretti, è stata confermata l’esenzione Irpef anche per il 2020, che vale 200 milioni. Viene reintrodotto per due anni l’esonero contributivo a favore dei giovani agricoltori che si iscriveranno nella gestione previdenziale agricola nel 2020.

“Un altro importante risultato della Coldiretti è l’introduzione del credito d’imposta che sostituisce super e iper ammortamento e che rende possibile applicare le agevolazioni di Industria 4.0 alle aziende agricole che scelgono di effettuare investimenti in beni strumentali anche per lo sviluppo hi tech – informano da Coldiretti -. Arriva poi una importante boccata di ossigeno per il settore florovivaistico: il riconoscimento di un trattamento di favore alle imprese che, nei limiti del 10 % del proprio volume di affari, potranno commercializzare anche piante vive e prodotti della floricoltura acquistati da altri imprenditori agricoli florovivaistici applicando sui ricavi derivanti dalla vendita di tali prodotti un coefficiente di redditività pari al cinque per cento, con conseguente semplificazione degli adempimenti dichiarativi e contabili per effetto del regime di tassazione forfettario”.

“A queste misure volute dalla Coldiretti – continuano – si aggiunge l’impegno politico per la proroga per il 2020 del bonus verde. La promozione dei prodotti agroalimentari sottoposti ad aumento di dazi voluto dal presidente Usa Donald Trump sarà inserita nel Piano di promozione straordinaria del Made in Italy. E’ stato invece sventato l’aumento della tassazione del gasolio agevolato grazie al pronto intervento della Coldiretti che ha intercettato la misura nella bozza del decreto clima del ministero dell’Ambiente. La proposta dei sussidi ritenuti ambientalmente dannosi avrebbe finito per colpire anche i carburanti per l’agricoltura e la pesca con un insostenibile aggravio di 800 milioni di euro. La Coldiretti ha ottenuto il risultato di bloccare l’intervento sulle accise con un formale impegno assunto dal Governo direttamente con l’organizzazione agricola prima di entrare nella fase calda della manovra finanziaria. E’ stato anche evitato, grazie al pronto intervento della Coldiretti, l’inasprimento dell’aliquota iva dovuta sui prodotti fitosanitari e sui fertilizzanti impiegati in agricoltura”.

“Presente alla giornata conclusiva dell’assemblea Coldiretti anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. Trasparenza è stata la parola chiave soprattutto per le produzioni agroalimentari e nei rapporti con le istituzioni – proseguono da Coldiretti -. Ma anche sulla riforma Pac e i dazi. La priorità resta l’etichetta con indicazioni chiare sulla provenienza della materia prima. Impegni concreti del ministro e riconoscimento da parte del presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, del cambio di passo al dicastero della Salute che dopo anni di risposte mai date sui flussi di import, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato, ha fornito le liste “secretate”. Aprendo i lavori il segretario generale, Vincenzo Gesmundo, ha ribadito l’impegno a proseguire la battaglia per garantire informazioni ai consumatori che parte dalla netta opposizione ai “semafori”, etichette che condizionano le scelte salutistiche lanciando però Sos fuorvianti che, per esempio, spingono a consumare olio di colza piuttosto che olio di oliva, oppure mettono bollini rossi sui formaggi e assolvono la Coca cola. Una linea sposata in pieno dal ministro Speranza, che ha detto «La battaglia per la trasparenza è sacrosanta perché fa gli interessi dei consumatori e dunque va resa effettiva ed efficace»”.

“Riferendosi poi alla richiesta della Coldiretti di cancellare il segreto di Stato sui flussi di importazione, Speranza ha assicurato che il ‘suo’ ministero ha le pareti di vetro, ma che comunque non basta un ministro o un direttore per dare continuità a questa strategia: «serve una legge dello Stato che sancisca il principio». Speranza ha bollato poi come fuorviante il nutri-score e ha assicurato: «non lo accetteremo mai». Anche sui dazi ha chiesto un’azione comune con Coldiretti per combattere la concorrenza sleale”.

Prandini ha tracciato un consuntivo dell’anno che sta per chiudersi e che ha rafforzato il rapporto con la società, i cittadini e i soci. Molti i traguardi raggiunti. La stagione delle super etichette, iniziata ai tempi di Expo, con latte e formaggi ha dimostrato che raccontando il cibo, facendo comprendere la distintività del modello italiano si possono ottenere risultati anche sul fronte dei prezzi e si può vincere. Dopo il latte è toccato a molti altri prodotti, e pochi giorni è stata la volta dei salumi con l’indicazione dell’origine per i salumi e ripartizione delle risorse del Fondo suinicolo nazionale con un budget di 5 milioni. Su entrambi i decreti che rappresentano un importante risultato è stata raggiunta l’intesa alla Conferenza Stato-Regioni. Sull’etichetta dovrà essere indicato il “Paese di nascita”, il “Paese di allevamento”, il “Paese di macellazione, e “100% italiano” potrà essere utilizzato esclusivamente se la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia. Altrimenti va specificata l’origine Ue ed extra Ue.

“Ma non ci fermiamo – afferma Pietro Greco, direttore di Coldiretti Grosseto, presente anche lui all’assemblea – fino a che non otterremo l’indicazione dell’origine obbligatoria su tutti i prodotti. Vogliamo sapere cosa entra nel nostro Paese, basta con i furbi che si sono arricchiti sulle spalle dei produttori onesti. Non basta neppure l’etichetta in Italia, vogliamo l’etichettatura Ue con indicazioni in tutti gli Stati membri, perché nel cibo c’è la storia del paese e anche la vera risposta ai cambiamenti climatici”.

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